
il caso
Lo scandalo dei 3.300 esami istologici in ritardo, gli ispettori del ministero a Trapani con i Nas: cosa cercano
Saranno ascoltati i vertici dell'Asp. Il caso è finito in Parlamento, Schifani promette punizioni
Accompagnati dai carabinieri del Nas, gli ispettori inviati dal ministero della Salute sono arrivati a Trapani, dove in una stanza dell’ospedale Sant’Antonio Abate hanno iniziato le audizioni, partendo dal direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale, Ferdinando Croce. Resteranno fino a mercoledì 19 marzo e probabilmente si recheranno anche all’ospedale di Castelvetrano.
Cosa cercano gli ispettori
L’ispezione ordinata dal ministro Orazio Schillaci servirà a verificare le eventuali responsabilità nei ritardi con cui sono stati refertati 3.300 esami istologici, con tempi d’attesa che in qualche caso hanno raggiunto otto mesi. Dopo il manager Croce, gli ispettori hanno sentito il neo direttore sanitario Danilo Greco, il primario facente funzioni dell’Anatomia patologica di Trapani, Laura Miceli; la omologa dell’Asp di Palermo, Teresa Barone, che per conto dell’assessorato regionale alla Salute ha coordinato il piano per la definizione dei referti arretrati, distribuendo il lavoro in altre Asp siciliane.
La denuncia di una paziente
A sollevare il caso è stato l’esposto di un’insegnante, Maria Cristina Gallo, 56 anni, che ha dovuto attendere 8 mesi l’esito dell’esame istologico, dopo l’asportazione di una neoformazione all’utero avvenuta nel dicembre 2023 nell’ospedale di Mazara del Vallo. Il referto, sollecitato più volte anche per vie legali, ha diagnosticato alla donna un tumore al quarto stadio che, nel frattempo, aveva prodotto metastasi. Sulla vicenda anche la Procura di Marsala, diretta da Fernando Asaro, ha aperto un’inchiesta per accertare l’eventuale nesso di causalità tra il ritardo e l’aggravamento della malattia. «Non voglio giustizia ma voglio praticare la giustizia per il futuro», ha detto l’insegnante che ora si sta sottoponendo alla chemioterapia all’istituto nazionale tumori di Milano.
Caso in Parlamento
Dopo due interrogazioni parlamentari sul caso dell’Asp di Trapani, presentate dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (FI), oggi il deputato di Italia viva, Davide Faraone, torna sulla vicenda, affermando che «nemmeno i morti sono bastati al presidente della Regione siciliana Renato Schifani a mettere da parte i giochini politici e gli equilibri della maggioranza». Il caso è scoppiato lo scorso 16 gennaio «e ci sono voluti due mesi per mandare gli ispettori, mentre i numeri parlano chiarissimo: il reparto di Anatomia patologia dell’Asp di Trapani non lavora quanto dovrebbe. Chi ha guidato finora l’Asp non è all’altezza».
Schifani promette punizioni
Anche il presidente della regione nei giorni scorsi aveva disposto un’ispezione all’Asp di Trapani: «Seguo molto da vicino, insieme all’assessore Faraoni, la vicenda – aveva detto Schifani – Gli accertamenti sono dolorosi, ma dovuti al popolo siciliano. La situazione dei ritardi negli esami istologici è inaccettabile. Stiamo parlando di un servizio essenziale per la salute dei cittadini e non possiamo permettere inefficienze, negligenze o carenze».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA