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L’imprenditore in odor di mafia interessato ai terreni del fratello dell’ex senatore D’Alì

Di Redazione |

PALERMO – Aveva deciso di puntare sull’agricoltura innovativa e sulla produzione delle biomasse attraverso la coltivazione della Paulownia, Girolamo Scandariato, imprenditore con precedenti per mafia, arrestato oggi dalla dda di Palermo nel blitz che ha portato in cella 12 tra boss e fiancheggiatori del capomafia Matteo Messina Denaro. Dopo la condanna, per aggirare i limiti della certificazione antimafia, aveva intestato le quote della sua attività al figlio. Ma continuava a occuparsi del business cercando terreni su cui piantare l’albero. I carabinieri lo hanno filmato mentre faceva un sopralluogo sui fondi del fratello dell’ex senatore di Fi Antonio D’Alì. All’incontro partecipò lo stesso politico, sotto processo per concorso in associazione mafiosa e in attesa che il tribunale decida sulla applicazione a suo carico della misura della sorveglianza speciale.

D’Alì, che non è indagato nell’inchiesta della dda, è stato ripreso in auto con Scandariato e nel baglio di altri due arrestati, i fratelli Gucciardi. Baglio in cui si sarebbero tenuti, secondo gli inquirenti, diversi summit di mafia e in cui venne scoperto un gps piazzato dai carabinieri. Proprio Scandagliato si occupò della bonifica dei luoghi dopo il ritrovamento. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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