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In volo verso Africa, l’avvoltoio Clara impallinato a Mazara del Vallo

Di Redazione |

Mazara del Vallo (Trapani) – E’ stato ucciso a fucilate a circa 10 km a nord-ovest di Mazara del Vallo (Trapani) un giovane esemplare femmina di avvoltoio capovaccaio, chiamata Clara: lo scorso 3 settembre era stata liberata a Matera perché potesse migrare in Africa. Lo denuncia il Cerm (Centro rapaci minacciati) in un post su Facebook, nel quale pubblica anche le foto del volatile impallinato.

L’episodio si è verificato tre giorni fa: il piccolo volatile, che volava con un altro capovaccaio, è stato ritrovato ieri grazie al gps/gsm con il quale veniva monitorato. L’operazione è stata condotta dai carabinieri. L’istituto zooprofilattico siciliano ha poi accertato, tramite una radiografia sulla carcassa, che il volatile era stato colpito da sette pallini. “Purtroppo – scrive il Cerm – la Sicilia occidentale rappresenta per i rapaci migratori una sorta di buco nero, nel quale vengono inghiottiti ogni anno”.

«Una stupida fucilata ha interrotto il viaggio della speranza di una specie così minacciata come il capovaccaio, presente in Italia con pochissime coppie nidificanti». Così il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha commentato l’atto di bracconaggio avvenuto ai danni di un giovane capovaccaio, seguito dai ricercatori dell’Ispra e del Cerm (Rpt Cerm, Centro Rapaci Minacciati) nell’ambito del progetto ‘Lifè, che mirava alla reintroduzione del raro rapace in Italia. «Si tratta di un gesto vigliacco e inqualificabile – ha aggiunto Costa – che ha messo a rischio anche l’efficacia di un progetto di conservazione molto qualificato. Dobbiamo fermare il bracconaggio attraverso l’inasprimento delle pene, rendendole efficaci e certe, perché non è pensabile che il nostro Paese sia ai primi posti per uccisioni illegali di fauna selvatica». Il ministro ha poi accennato alla cabina di regia del piano nazionale antibracconaggio, in programma tra pochi giorni: «Mi verrà consegnato il primo dossier operativo sulle azioni da intraprendere per fermare questa strage silenziosa – ha concluso Costa – Diverse azioni, preventive e repressive, per dare un forte segnale di legalità e a tutela del nostro patrimonio faunistico, troppo spesso minacciato».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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