Trapani
Corruzione elettorale, indagato il deputato dell’Ars Pellegrino
PALERMO – La Dda di Palermo ha notificato un avviso di garanzia con invito a comparire al deputato regionale di Forza Italia Stefano Pellegrino. Il parlamentare è indagato di corruzione elettorale nell’ambito dell’inchiesta dei carabinieri di Trapani che oggi ha portato al fermo di tre imprenditori accusati, tra l’altro, di aver finanziato la famiglia del boss latitante Matteo Messina Denaro.
Al deputato, che è anche membro della commissione regionale Antimafia, eletto alle ultime elezioni regionali con oltre 7.670 preferenze, i pm contestano di aver avuto il sostegno elettorale degli imprenditori Calogero Luppino e Salvatore Giorgi, oggi fermati con l’accusa di associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti, Luppino e Giorgi, obbedendo agli ordini inviati dal carcere dal boss detenuto Franco Luppino, avrebbero sostenuto la candidatura alle elezioni regionali del politico, promettendo e distribuendo generi alimentari agli elettori in cambio della promessa di voto.
A Pellegrino, marsalese, avvocato, non è stata contestata però l’aggravante mafiosa. Nella scorsa legislatura il politico 61enne era subentrato a Girolamo Fazio, dimessosi dopo essere stato indagato in un’inchiesta per corruzione. L’indagine odierna è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Francesca Dessì e Gianluca De Leo.
Gli imprenditori mafiosi Mario Giorgi e Calogero Luppino, re delle scommesse online nel Trapanese, avrebbero comprato le preferenze elettorali per Stefano Pellegrino con pacchi di generi alimentari. La vicenda emerge nell’inchiesta per mafia a carico di Giorgi e Luppino. Intercettato, Giorgi ammette che in cambio della promessa di voto per Pellegrino avrebbe consegnato pacchi di spesa a tutti gli abitanti delle case popolari: «A fine ottobre vero che gli portai la spesa pure a loro», dice, non sapendo di essere ascoltato dai carabinieri. Le indagini hanno accertato che sarebbe stato Pellegrino a rivolgersi a Luppino e a Giorgi, confidando nel largo consenso che questi avevano avuto in occasione delle precedenti elezioni comunali di Campobello di Mazara attraverso il movimento politico «Io amo Campobello».
«L’altro giorno avevo parlato con Mario Giorgi, c’era Stefano Pellegrino, diciamo che vi voleva incontrare so che tu sei fuori per ora», diceva, non sapendo di essere intercettato, un amico di Pellegrino all’imprenditore Luppino. «Se c’è da dare una mano di aiuto a qualche amico, uno anche … meglio avere amici che avere nemici», rispondeva Luppino. L’incontro avvenne puntualmente il 3 ottobre del 2017.
Luppino sarebbe anche riuscito a distrarre preferenze da un altro candidato, Toni Scilla, in favore di Pellegrino. Il 9 ottobre 2017 l’imprenditore contattò Benedetto Riti, un commerciante che lavora nel settore delle slot machine ed è vicino alla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo. «Non fare più riunioni con Scilla, non fare più niente con nessuno ed inizia … Perché ti porto i fac-simile e pure i manifesti» Quindi ti devi esporre in prima persona, non cominciare a fare la carta tre!», disse Luppino. «Noi siamo andati avanti, e facciamo continuare ad andare avanti con Stefano qualsiasi cosa serve. Anche perché è uno contro uno, qua. E siamo avanti. Che fa? Se dobbiamo vincere, non dobbiamo rischiare di perdere», spiegò Luppino a Riti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA