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«Ci sono Ong che hanno soccorso migranti senza informare la Guardia costiera»

Di Redazione |

«Ci risulta che le ong hanno fatto qualche intervento di salvataggio in mare anche senza informare la nostra Guardia costiera». Lo ha detto il procuratore facente funzioni di Trapani, Ambrogio Cartosio, in audizione alla commissione Difesa del Senato. «La procura di Trapani – ha aggiunto – ha in corso indagini sull’ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che coinvolgono non le ong come tali ma persone fisiche appartenenti alle ong».

«Allo stato delle nostre acquisizioni registriamo casi in cui soggetti a bordo delle navi delle ong che sono evidentemente al corrente del luogo e del momento in cui si troveranno imbarcazioni di migranti: evidentemente ne sono al corrente da prima e questo pone un problema relativo alla regolarità di questo intervento.  Sul piano penale – ha spiegato Cartosio – si pone il problema dei limiti dello stato di necessità e, soprattutto delle valutazioni dei giudici. Se per stato necessità si intende la situazione di chi sta annegando è un conto, se invece per stato di necessità si intende la situazione di chi si trova in un campo di concentramento libico in cui ci sono trafficanti che tengono sotto la minaccia delle armi persone che vengono violentate e torturate è un altro conto e copre anche l’intervento delle ong».

«Allo stato delle nostre indagini – ha spiegato Cartosio – escludo che ci siano elementi per poter dire che i finanziamenti ricevuti dalle ong possano essere di origine illecita ed escludo anche che gli interventi di soccorso delle organizzazioni abbiano finalità diverse da quello umanitarie».

«Nel corso di alcune indagini sono emersi fatti inquietanti e cioè che soggetti imparentati o contigui ad organizzazioni mafiose erano inseriti nel business dell’accoglienza e mi risulta che autorizzazioni siano state revocate per questo motivo».  Cartosio ha poi sottolineato che «non emergono» nell’indagine in corso sugli interventi di soccorso in mare di ong «reati di competenza della procura distrettuale antimafia. E’ assolutamente da escludere che i comportamenti costituenti reato su cui indaghiamo possano esser inseriti in un contesto associativo italiano».

«Nelle settimane scorse – ha aggiunto invece il sostituto procuratore Andrea Taraondo  – alcuni migranti algerini sbarcati a Trapani hanno dichiarato che la partenza dalle coste libiche è avvenuta con l’ausilio di un gommone e soggetti con la scritta polizia sulle spalle che hanno scortato il natante in mare aperto. Durante la navigazione è intervenuta un’imbarcazione della guardia costiera libica e un soggetto ha sparato in aria e ha cominciato a discutere: c’era una questione di richiesta di denaro per far proseguire il viaggio. C’è uno scenario in cui gli attori aumentano e ci sono casi di soggetti corrotti appartenenti a forze dell’ordine libiche per i quali è ipotizzabile il reato di concussione, ma sul quale noi non siamo assolutamente competenti». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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