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Arresti agenti penitenziari a Trapani, per il Sappe “clamore mediatico ingiustificato”
Lo dice il segretario generale del sindacato, Donato Capece, commentando l’ordinanza nei confronti di 25 poliziotti
«Trovo ingiusto e ingiustificato il clamore mediatico su episodi che sarebbero avvenuti all’interno della casa circondariale di Trapani e sui quali sta indagando la magistratura: i processi si devono fare nelle aule di giustizia e non sui giornali». Lo dice il segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria, Donato Capece, commentando l’ordinanza nei confronti di 25 poliziotti penitenziari in servizio presso la casa circondariale di Trapani.
Capece esprime «sorpresa e amarezza» e, spiega, «la presunzione di innocenza è uno dei capisaldi della nostra carta costituzionale così come il carattere personale della responsabilità penale e quindi credo si debbano evitare illazioni e gogne mediatiche. Confidiamo nella magistratura perché la polizia penitenziaria, a Trapani come in ogni altro carcere italiano, non ha nulla da nascondere, a anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente con professionalità, abnegazione e umanità. Parecchi poliziotti penitenziari, negli ultimi anni, sono finiti in cella con quella terribile accusa. Ma sono finiti in cella sempre in custodia cautelare e mai a seguito di una condanna definitiva al carcere».Per il Sappe, «accade spesso, purtroppo, che in casi di grande risonanza mediatica, gli opinion makers e parte della stampa non si limitano a raccontare i fatti, ma alimentano una vera e propria campagna contro la polizia penitenziaria. Anche se le accuse, per quanto gravi, sono ancora al vaglio della magistratura, ciò non impedisce a politici e media di evocare immagini di violenze sistemiche e abusi impuniti, puntando il dito contro gli agenti molto prima che i processi abbiano chiarito le loro responsabilità», conclude Capece.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA