TRAPANI – Era iniziata male la giornata elettorale in città: di primissima mattina davanti a due comitati (del candidato sindaco Bologna e del consigliere Guaiana), nella notte qualcuno aveva ammassato cumuli di rifiuti che ne ostruivano l’ingresso: atti di vandalismo e segnali di intolleranza verso la politica e forse anche di denuncia per una situazione igienica che in città non è più tollerabile. Tra i cinque candidati e una campagna elettorale dai toni molto aspri e scambi di accuse finite sui tavoli della magistratura, Giacomo Tranchida partiva come super favorito. E così si è confermato dai primi dati che sono arrivati con una certa lentezza. Il suo distacco rispetto agli avversari infatti era talmente netto già dalle prime schede scrutinate che, salvo sorprese improbabili, nessuno poteva immaginare a fine spoglio un sindaco diverso. Dopo sole 18 sezioni scrutinate Tranchida, sostenuto da sette liste civiche riferibili al centrosinistra senza simbolo del Pd ma anche a parte di Forza Italia, superava il candidato dei 5 Stelle, Giuseppe Mazzonello di oltre 1.600 voti (1,831 Tranchida, 226 Mazzonello) mentre gli altri tre erano ancora più staccati: Vito Galluffo (centrodestra) 178 voti, e 44 voti per Giuseppe Bologna (lista Scirocco) e Bartolo Giglio (Lega). Per questo non ci sono stati dubbi che Tranchida potesse essere eletto “a mani basse”. Di ballottaggio insomma non se ne parlava.