CATANIA – Nasce “Seresitter”, il primo smartwacht Gps progettato per la tutela dei minorenni e per la “tranquillità” della famiglia, che permette di verificare in qualunque momento la posizione dei bambini con un’apposita app gestibile soltanto dai genitori. E’ stato realizzato a Catania, nella terra dell’Etna Valley, da un team di esperti del settore, ed è stato presentato a Pharmevolution, nel centro fieristico Le Ciminere.
“Seresitter”, spiegano i suoi creatori, è molto di più di un orologio: è dotato di una micro Sim e si configura come un vero e proprio telefono cellulare geo-localizzato, da cui è possibile inviare e ricevere chiamate in vivavoce in totale sicurezza, comunicando esclusivamente con i numeri presenti in rubrica. In caso di necessità il bambino può inviare una richiesta di aiuto premendo un tasto Sos. E’ assistito da una centrale operativa attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Permette anche di stabilire delle aree sicure, come il giardino di casa, il quartiere, il tragitto scuola-casa: se il bambino oltrepassa il perimetro designato “Seresitter” invia un’apposita notifica al cellulare dei genitori. Quando il bambino è a scuola, la famiglia può mettere in standby lo smartwacht, grazie al controllo da remoto. Al contrario, durante una situazione di emergenza è possibile attivare la funzione di ascolto silente per capire cosa accade attorno al bambino. Ma proprio perché rivolto ai più piccoli, ‘Seresitter’ è dotato di alcune funzioni utili e divertenti: il contapassi, i giochi, la fotocamera, la torcia, il cronometro. Se però si toglie dal polso, ‘Seresitter’ invia un messaggio sms e una notifica all’app ai genitori.
I realizzatori spiegano di «avere trovato una soluzione a una società come quella oggi, sempre più articolata e complessa, dove il nucleo familiare è spesso costituito da genitori entrambi lavoratori e da bambini alle prese con orari di scuola spesso prolungati, coinvolti sempre più frequentemente in attività extra curriculari, come palestra, lezioni di musica, feste e quant’altro, con spostamenti che coinvolgono anche altre persone». «L’esposizione ai pericoli è aumentata – sottolineano – così come la necessità di trovare e individuare nuove soluzioni che siano al passo coi tempi, non potendo impedire ai piccoli la crescita attraverso la socializzazione».