SCIENZA E ALIMENTAZIONE
Sequenziato per la prima volta il genoma del limone: svelata l’origine del Femminello siracusano
Le analisi delle sequenze genomiche hanno, infatti, confermato l’origine ibrida del frutto
L’Università di Catania e la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, in Trentino, hanno sequenziato per la prima volta il genoma del limone. I risultati della ricerca – supportata anche dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia Agraria di Acireale e dalla Hunan Agricultural University (Cina) – sono stati pubblicati sulla rivista scientifica «Tree Genetics and Genomes». Da oggi, quindi, il codice genetico del limone, varietà «Femminello Siracusano», è disponibile alla comunità scientifica internazionale. La conoscenza dell’esatta posizione e della funzione dei geni (circa 35.000) fornirà, ai ricercatori di tutto il mondo informazioni per lo studio di caratteri di interesse agronomico.
La scelta della varietà da sequenziare è ricaduta sul Femminello siracusano maggiormente diffusa negli areali di produzione siciliani (che da sola rappresenta il 90% circa della produzione nazionale) grazie alle caratteristiche di pregio del frutto ed all’elevata produttività della pianta. Il genoma di limone si aggiunge agli altri genomi del genere Citrus ad oggi sequenziati (arancio dolce, clementine, cedro, pummelo) e rappresenta un ulteriore tassello a sostegno dell’ipotesi sulla storia evolutiva degli agrumi. Le analisi delle sequenze genomiche hanno, infatti, confermato l’origine ibrida del limone derivante dall’incrocio tra il cedro e l’arancio amaro (a sua volta originatosi dall’incrocio tra mandarino e pummelo).
La combinazione di tali informazioni con i dati disponibili di altri agrumi hanno permesso la decodifica quasi del tutto completa delle due copie di ciascuno dei nove cromosomi che compongono il genoma del limone. La conoscenza dei geni alla base dei caratteri di interesse agronomico avrà, inoltre, importanti ricadute sul settore produttivo limonicolo, per accelerare sensibilmente i processi di selezione di varietà di limone naturalmente resistenti a malattie (con particolare interesse all’individuazione di geni di resistenza per la malattia del malsecco), dotate di una elevata rifiorenza (importante per la produzione dei limoni “verdelli”) e ad elevato valore salutistico e nutraceutico.
Lo studio è stato realizzato dai ricercatori Alessandra Gentile, Chiara Catalano, Stefano La Malfa, Gaetano Distefano e Mario Di Guardo del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, Marco Moretto, Mirko Moser, Michela Troggio, Alessandro Cestaro e Luca Bianco della Fondazione Edmund Mach, Marco Caruso del Crea e Ziniu Deng della Hunan Agricultural University grazie al contributo di due progetti europei.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA