FRASCATI La Luna è il nuovo sogno nel cassetto di Luca Parmitano: «Sono un astronauta e ho ancora molti anni da dedicare alla mia attività. Credo che non ci sia nulla di male a sognare di andare sulla Luna, e oltre», ha detto all’ANSA l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), che si prepara a partire per la Stazione Spaziale Internazionale il prossimo 20 luglio, nella sua seconda volta fra le stelle, con la missione Beyond.
La Luna è un sogno di adesso, come lo spazio è sempre stato il suo sogno di bambino, ma anche la sua nuova missione Beyond è legata alla Luna a doppio filo.
Il giorno della sua partenza è lo stesso dei 50 anni dalla missione Apollo 11 che ha portato il primo uomo a camminare sulla Luna.
«Non credo in modo particolare nelle coincidenze o nel destino, ma mi affascinano le simmetrie. Due anni fa, con i colleghi abbiamo pensato di inserire nel simbolo della missione Beyond un riferimento all’allunaggio e adesso il circolo si chiude in un modo che non sarebbe stato possibile immaginare», ha aggiunto. «Celebreremo i 50 anni dello sbarco sulla Luna con il nostro equipaggio internazionale», ha detto riferendosi ai colleghi: l’americano Andrew Morgan e il russo Alexander Skvortsov. Tre astronauti di tre nazionalità, ha osservato, «per un evento di risonanza universale e che ho imparato a conoscere perché è rimasto nella memoria collettiva».
Per Luca Parmitano, che lo spazio lo sogna da sempre, i ricordi più vivi sono quelli dei lanci dello Space Shuttle, negli anni ’80. «Lo vedevo partire dalla tv in bianco e nero e sono cresciuto con il sogno dello spazio, ma ero un bambino siciliano e non pensavo che un giorno lo avrei realizzato». Nato sette anni dopo lo sbarco sulla Luna, AstroLuca racconta di avere vissuto quell’avventura «attraverso la memoria altrui. Me lo ha raccontato Tito Stagno e forse il suo entusiasmo, diventato leggendario qui in Italia, ha contribuito a creare generazioni di sognatori».
Nel frattempo ha realizzato un altro sogno: la sua figlia più grande, di 12 anni, gli ha detto che vorrebbe diventare un’astrofisica. «Il mio cuore è diventato piccolo piccolo e mi stavo sciogliendo dalla gioia. E’ bellissimo che una bambina abbia sete di scienza». L’altra figlia, di appena tre anni, è ancora piccola per questi sogni: «sa che presto partirò e starò via per mesi, ma per lei il tempo è ancora solo una parola».