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I catanesi vincitori dell’Italian Video Game Awards annunciano il sequel dell’horror Remothered

Di Redazione |

Con il loro horror “Remothered: Tormented Fathers”, «dalla trama intricata, pieno di fughe e colpi di scena, per nulla adatto ai deboli di cuore», lo studio catanese indipendente Stormind Games ha conquistato giovedì scorso il Drago d’Oro per il miglior videogioco italiano all’Italian Video Game Awards, organizzato da Aesvi, l’associazione di editori e sviluppatori. «Quando abbiamo cominciato questa avventura vincere era impensabile: è il nostro primo videogioco, c’erano molte difficoltà e abbiamo impiegato due anni per realizzarlo – racconta con entusiasmo al telefono il direttore marketing Antonio Cannata, catanese, 36 anni – ma alla fine, vedendo il risultato, abbiamo sperato in un premio. Siamo onorati e orgogliosi di ricevere un riconoscimento per il miglior prodotto».

La storia dei ragazzi catanesi comincia cinque anni fa quando Cannata e Federico Laudani (direttore artistico) hanno fondato  la società “Red Raion”. «Realizziamo video e videogiochi per le attrazioni digitali dei parchi di divertimento, i nostri prodotti vanno soprattutto all’estero». Due anni fa la decisione di creare una nuova società, Stormind Games. «Aspettavamo l’occasione per entrare nel mondo dei videogiochi e si è presentata con “Remothered”, storia scritta da Chris Darril, nome d’arte di un altro catanese, game designer, artista e grande appassionato di cinema. Ci è piaciuta molto, c’è sembrata davvero geniale, non s tratta di sparare, punta più sull’aspetto psicologico, sulla tensione: bisogna scappare, nascondersi, eludere i nemici». Stretta la partnership con Darril, che è anche il direttore creativo del gioco, è stato determinante in squadra l’ingresso di un gruppo di investitori catanesi che ne hanno supportato la commercializzazione (il videogioco è costato mezzo milione di euro) creando la NewCo Remothered, presidente Corrado Valenti, amministratore delegato Massimo Castagna.

L’avventura horror-thriller vede protagonista Rosemary Reed, un’affascinante 35enne, che raggiunge la casa di un notaio in pensione, Richard Felton, affetto da una misteriosa malattia e, una volta entrata, comincia l’esperienza di gioco. Tradotto in 17 lingue, tra cui il mandarino e il giapponese, il gioco made in Sicily è stato lanciato per pc e console nel 2018 (nei prossimi mesi uscirà su Nintendo Switch), ha ricevuto recensioni molto positive, ha venduto ben 100 mila copie e guadagnato gli elogi del padre del survival horror “Silent Hill”, Keiichiro Toyama. 

«“Remothered” è una storia interessantissima, se ne potrebbe fare un film – prosegue Antonio – ci siamo impegnati per realizzare il videogioco e per promuoverlo creando una struttura professionale solida in grado di muoversi in ambito internazionale».

Dentro Stormind Games – che ha sede ad Acireale – lavorano venti ragazzi e ragazze, età media 27 anni, in gran parte di Catania e della provincia, ma anche da altre città siciliane. «A tre anni giocavo con il Commodore 64 di mio zio – racconta Antonio – Siamo tutti nerds, appassionati di videogiochi. Ci sono ingegneri informatici, laureati all’Accademia di Belle arti, informatici, disegnatori, sviluppatori, disegnatori, modellatori. Ma abbiamo creato anche una sezione marketing, necessaria per far conoscere i nostri prodotti».

Visto il grande successo del primo videogioco i ragazzi catanesi puntano ancora più in alto. «Abbiamo una partnership con il publisher californiano Modus Games per allargarci ancora di più all’estero, l’Italia copre il 5% del mercato mentre gli Stati Uniti coprono un quarto delle vendite. Siamo già al lavoro per il sequel, “Remothered: Going Porcelain”, che sarà disponibile nel 2020 su pc, Xbox One, PS4 e uscirà pure su Nintendo Switch e sul mercato retail, secondo capitolo di una trilogia. Sarà una storia ancora più bella che farà spaventare e piangere. Una tragica storia d’amore. Non vediamo l’ora di sorprendere tutti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA