Palermo. E’ stato presentato alla Soprintendenza del Mare il Sistema interattivo di fruizione di beni archeologici subacquei che permette ai sub di sapere tutto sul relitto che stanno osservando sottoacqua. Come ormai avviene davanti a tanti monumenti dove basta puntare il telefonino e un lettore interpreta il cartellino aprendo una pagina e fornendo tutte le notizie utili, adesso tutto ciò sarà possibile farlo sottacqua con un analogo sistema di riconoscimento.
Il sub arriverà davanti al relitto sommerso dove troverà una piccola boa con una targhetta, e tramite un apposito dispositivo che decodifica le informazioni contenute, saranno mostrate al visitatore le informazioni sul reperto che sta osservando con la possibilità di scegliere la lingua: italiano o inglese.
L’innovativo sistema sarà in funzione nei sette itinerari culturali subacquei realizzati nell’ambito del Programma Operativo Interregionale Attrattori culturali, naturali e turismo (POIn) con il progetto “Itinerari Culturali Subacquei in Sicilia”.
A Taormina sarà quindi possibile visitare il cosiddetto “Relitto delle colonne”, a Capo Passero il Relitto dei marmi, a Ustica Punta Falconiera e Punta Spalmatore, a Noto il Relitto delle anfore, a Marettimo il Relitto dei cannoni e a Marzamemi ancora il Relitto delle colonne.
Il progetto “Itinerari Culturali Subacquei in Sicilia”, in attuazione con quanto previsto dal P.O.In. “Attrattori culturali, naturali e turismo” ha permesso l’esecuzione di un percorso integrato di sette itinerari archeologici, tre dei quali all’interno di Aree Marine Protette, per la valorizzazione del patrimonio culturale sottomarino e la riscoperta dei tesori custoditi nei fondali siciliani, parte dei quali svelati nel corso degli ultimi 10 anni.
Il percorso puntualizza un Sistema che ha interessato le aree marine di eccellenza siciliane, restituendo la percezione di un ambiente in cui i fattori naturalistici interagiscono con quelli antropici, creando un sistema ambientale e culturale unico.
L’ausilio delle nuove tecnologie digitali in questo progetto ha permesso di mettere a sistema la rete di eccellenza delle aree marine coinvolte, consentendo, all’interno del primo Parco archeologico sottomarino virtuale del Mediterraneo, non solo all’appassionato subacqueo ma anche al semplice internauta, di penetrare i misteri dei fondali marini siciliani, attraverso la riscoperta dei reperti delle più avventurose battaglie della storia della nostra civiltà. Ciò attraverso un sistema di riconoscimento subacqueo con appositi lettori che decodificano le informazioni contenute nel cartellino esplicativo e mostrano al subacqueo informazioni sul reperto che stanno osservando con foto e testi.
Inoltre nell’ambito del progetto è stato realizzato uno spot video su ogni itinerario e un promo video su tutti quelli realizzati dalla Soprintendenza del mare, inoltre un portale web sugli percorsi con schede, notizie e filmati e una app per smartphone e tablet disponibili su piattaforma IOS e android.
“La divulgazione e la valorizzazione del patrimonio culturale sommerso – ha detto Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare per la Regione Siciliana – sono stati fin dagli inizi una delle attività più sentite della Soprintendenza del Mare progettando ed attivando, tra le molteplici attività, i percorsi/itinerari o parchi archeologici subacquei visitabili in linea con i principi della Convenzione Unesco sulla protezione del patrimonio culturale sommerso. Tale iniziativa si basa sulla convinzione che la tutela del mare non può prescindere dalla conoscenza e dalla sensibilizzazione non solo dei cosiddetti addetti ai lavori, ma anche del pubblico più vasto. Laddove l’immersione risulta difficile abbiamo sperimentato con successo i primi sistemi di telecontrollo e telefruizione a distanza ponendo alcune telecamere subacquee nei pressi di un relitto e rimandando il segnale a terra mediante cavi e trasmissione via etere. Mare e cultura, ecco un binomio che rappresenta per noi qualcosa di inscindibile che, oltre a costituire l’oggetto quotidiano dell’entusiasmante percorso di ricerca, conoscenza, tutela e valorizzazione che pratichiamo con professionalità ed entusiasmo, potrà essere per il futuro di quest’isola qualcosa di più di uno slogan turistico. La ricerca, la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico ed archeologico sommerso – ha concluso Tusa – sono aspetti di una medesima strategia che non vanno separati. Anzi il coordinamento e, soprattutto, l’equilibrio tra le varie azioni è la chiave per garantire il successo di ogni corretta iniziativa volta a tutelare il grande scrigno del mare per noi e per le generazioni future. Il presente progetto contribuisce in maniera rilevante ad accrescere la riconoscibilità ed il valore sociale e culturale di un patrimonio – quello culturale sottomarino – a lungo negletto e, soprattutto, in balia di pochi speculatori. Questo progetto accresce in maniera esponenziale il valore dell’offerta culturale che emana dal patrimonio storico-archeologico sottomarino siciliano, con ricadute non indifferenti sia sull’incremento del livello di conoscenze della popolazione sia nell’offerta turistica culturale della Sicilia”.