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Così l’asteroide 1998 HL1 si è avvicinato alla Terra a “soli” 6,2 milioni di km

Di Redazione |

L’asteroide potenzialmente pericoloso 1998 HL1 si prepara a salutare la Terra da vicino. Non vi è alcun rischio di impatto ma è stato semplice facile osservarlo. Alle 19:21, l’asteroide si avvicinerà alla Terra alla distanza di “soli” 6,2 milioni di chilometri. Da tutta Italia sarà ben visibile, meteo permettendo, anche con piccoli telescopi e la rete di astrofili è pronta a osservarlo per definire la sua forma in 3D. Del diametro compreso tra 440 e 990 metri, l’asteroide ha infatti una grandezza che lo renderà abbastanza luminoso durante il passaggio. Al momento del passaggio ravvicinato, l’asteroide sarà osservabile dall’Italia nella costellazione del Triangolo, per poi dirigersi nel corso della notte in quella dell’Ariete. Si potranno usare piccoli telescopi del diametro di 200 millimetri o superiore. E’ un’occasione da non perdere per cercare di definire le caratteristiche di questo asteroide che rientra nella categoria dei “potenzialmente pericolosi”, che comprende gli asteroidi dal diametro di almeno 100 metri che passano entro la distanza di 7,5 milioni di chilometri. Nel caso di passaggi ravvicinati come questo, il contributo degli astrofili è importantissimo, dice all’ANSA Paolo Volpini, dell’Unione Astrofili Italiani (Uai): «La nostra rete, con le sue osservazioni aiuta a migliorare i dati per definire le caratteristiche di questi corpi celesti. I potenti telescopi professionali, infatti, non possono seguire tutti gli asteroidi in avvicinamento e in genere hanno un tempo osservativo limitato». Gli astrofili, spiega Paolo Bacci, della sezione asteroidi Uai, osserveranno l’asteroide per cercare di determinarne il periodo di rotazione, che «ci può permettere, eventualmente, di determinare la sua forma, anche in 3D». Questa è una informazione molto utile, prosegue Bacci, perché «dalla forma gli studiosi possono provare a individuare l’origine dell’asteroide. Proveremo anche a definire l’indice di colore, cioè la differenza di luminosità che c’è applicando determinati filtri, e dal quale è possibile dedurre di che tipo di materiale è composto l’asteroide».

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