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Così gli hacker approfittano del coronavirus per fare affari
Lo smart working ha pienamente conquistato l’Italia. Soprattutto l’incentivato utilizzo di collaboration tools, cloud computing e task (metodi wireless per la condivisione file) ha agevolato e, in alcuni casi, salvato carriere professionali. Purtroppo però l’online non è sempre un riparo tranquillo dove produrre e scambiarsi dati in totale sicurezza: se non utilizzato bene, può rivelarsi una vera e propria giungla dalla quale doversi proteggere.
In un periodo di emergenza Coronavirus, gli hacker trovano pane per i loro denti, ed alcuni malintenzionati difatti sfruttano l’ondata emotiva per veicolare malware e/o disinformare.