L’Italia supera l’Europa e con una volata sul finale anticipa i tempi, l’identità digitale sarà nelle tasche degli italiani già a ottobre. La sperimentazione dell’I-wallet, il portafoglio che conterrà i documenti digitali a partire da patente di guida, tessera sanitaria e carta europea della disabilità, parte il 23 ottobre sull’App IO, inizialmente testata da un campione di 50mila cittadini.
«Abbiamo cominciato a lavorarci quando due anni fa il governo ha deciso di puntare sulla Carta d’Identità elettronica con l’obiettivo di arrivare a un’identità unica rilasciata dallo Stato», ha spiegato il sottosegretario Alessio Butti impegnato con il G7 della tecnologia e del digitale e nella stessa giornata con l’apertura della ComoLake Conference. «Dopo i primi tre documenti vedremo di implementarne altri – aggiunge – lo estenderemo prima a un milione di utenti e poi alla totalità di quanti vorranno sperimentarlo». Secondo le prime indicazioni dal 4 dicembre il ‘portafoglio digitalè potrà essere nelle tasche, o meglio negli smartphone, di tutti.
Mancano ancora alcune tecnicalità, il Dipartimento digitale deve trovare il panel giusto di partecipanti, mixando tra aspetto geografico, sociale, età e genere «per arrivare a un campione il più corretto possibile» spiega il sottosegretario. Nella pratica, in modo random, nei prossimi giorni a chi ha scaricato l’app Io sul suo telefonino potrebbe arrivare una notifica in cui viene chiesto se si vuole aderire alla sperimentazione.
Tutto è nato a marzo scorso, con il DL PNRR entrato in vigore il 2 marzo che ha istituito il «Sistema di portafoglio digitale italiano» usando un’app pubblica, gratuita e con i migliori standard di sicurezza e privacy in cui conservare i propri documenti digitali. A inizio 2024, l’app IO è installata su oltre 37 milioni di dispositivi e integra più di 280 mila servizi messi a disposizione da oltre 15 mila enti, con cui ogni mese interagiscono in media oltre 4 milioni di utenti. I privati non verranno esclusi: «Ci sarà un’educata competizione con i privati» ha aggiunto Butti confermando che, come prevede l’orientamento europeo, anche loro potranno sviluppare un portafoglio digitale. Per ora si tratta solo di documenti “smaterializzati” ma con un valore legale poi saranno integrati con altri servizi, daranno accesso al fascicolo sanitario elettronico o alla firma digitale e potranno essere integrati con i servizi di pagamento.