Un gruppo di studenti dell’Università di Catania ha realizzato un videogame con protagonista un personaggio senza memoria
“A State of Limbo” – Com’è horror la ricerca della verità!
C’è un protagonista che si risveglia in un ambiente spettrale senza sapere chi è, senza conoscere nulla. In preda ad una sorta di amnesia, questo “cugino” del terzo millennio dello smemorato di Collegno, per ritrovare il suo passato e, quindi, se stesso, deve risolvere una serie di enigmi raccogliendo vari indizi, aprendo cassetti, interpretando “pizzini” ed esplorando luoghi bui e inquietanti immersi in una luce fioca da ambiente dark fantasy. È il tema di “A State of Limbo” il videogioco in salsa horror (che strizza l’occhio anche alla psicologia) creato da un team di studenti dell’Università di Catania che frequentano “Sviluppo di Giochi Digitali”, all’interno del corso di laurea triennale in Informatica del Dipartimento di Matematica e Informatica tenuto dal prof. Filippo Stanco.
L’esperimento, promosso da Stanco e coordinato da Luigi Claudio Viagrande e Dario Allegra ha portato alla realizzazione di una “demo” del videogioco con un possibile futuro da prodotto di mercato.
«L’idea ci è stata proposta dal prof. Stanco – dice Clarissa Carbonaro, 24 anni, una delle programmatrici, cresciuta a pane e Crash Bandicoot, con un presente da fan di Stephen King e un futuro da game designer -. “A State of Limbo” è un’avventura grafica convertita al genere horror. Il protagonista si ritrova in uno stato di “limbo”, appunto, non è cosciente dei suoi ricordi passati e si ritrova ad interfacciarsi con degli spiriti, delle anime, che in qualche maniera lo guidano a ritrovare se stesso. Per mancanza di tempo abbiamo realizzato una demo ma si potrebbe trasformare in una versione vendibile, ci vuole uno sponsor, un produttore qualcuno che si occupi di piazzarlo su una delle diverse piattaforme esistenti per la vendita».
Claudio Di Maida, programmatore, 23 anni è stato l’uomo degli “effetti speciali”. «Questo lavoro – sottolinea – è servito ad approfondire di gran lunga le nozioni spiegate a lezione che, spesso non si possono spiegare in ogni dettaglio al 100%. La difficoltà è stata passare passare dalla teoria alla pratica e mettere insieme tutte le diverse menti nel progetto, coniugare ogni pezzettino di lavoro in un risultato armonico. Ognuno di noi ha contribuito con una propria identità, non tutti amano il genere, io per primo preferisco l’avventura».
«Di solito ogni studente conclude il corso presentando un progetto individuale che consiste in un semplice videogioco – ha spiegato il prof. Filippo Stanco – in questo caso, l’esperimento è nato dall’idea di mettere insieme il lavoro di più studenti, provenienti dai corsi di Informatica, Ingegneria informatica e Accademia delle Belle Arti di Catania, per produrre un unico progetto decisamente più ambizioso dimostrando come grazie al lavoro in team sia possibile raggiungere ottimi risultati anche in ambito didattico».
«Grazie alla sinergia tra le loro capacità personali, i loro percorsi di studio e la loro forte motivazione i ragazzi sono stati in grado di sviluppare una demo giocabile di un videogioco di genere survival horror – ha precisato Allegra -. Il giocatore, risolvendo indovinelli e interagendo con dei personaggi non giocanti scoprirà alcuni elementi storici relativi alla magione in cui si svolge la trama, fornendo un background che lascia aperto ad un eventuale sviluppo futuro. «Speriamo che il gioco possa passare da demo a prodotto completo – ha commentato Viagrande -. Nel frattempo, visto il successo dell’esperienza, abbiamo deciso di replicare l’esperimento per l’anno accademico 2020/2021 con ben due gruppi di studenti e quindi due videogiochi in cantiere».
Intanto, ecco i nomi dei protagonisti dell’esperimento Angelica Maria Meros (3D artist), Clarissa Carbonaro e Claudio Di Maida (programmatori e game designer), Rosario Catania, Enrico Cosentino, Paolo Di Gregorio, Roberto Rizza e Alessandro Salvatore Verderame (programmatori), Mario Alberto d’Arrigo (sound designer) e Andrea Filippo Salemi (programmatore e sound designer). Hanno partecipato, inoltre, Simone Destro, Massimo Di Dio e Letizia Lo Mastro.
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