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Verso Messina-Catania: 23 anni fa i tifosi vestivano i rossazzurri nel derby
Si avvicina il secondo derby in pochi giorni per il Catania: domenica gli etnei faranno visita al Messina, contro il quale non giocano dal 2017. Proprio oggi, 23 anni fa, questa sfida veniva caratterizzata da un antefatto molto curioso.
Dopo quasi cinque stagioni, domenica prossima tornerà il derby della Sicilia Orientale tra Messina e Catania. In pochi, però, ricorderanno un episodio molto singolare avvenuto proprio in questa partita esattamente ventitré anni fa.
Corre la stagione 1998-99, a inizio dicembre il Girone C di Serie C2 è dominato proprio dal Catania di mister Piero Cucchi, primo a 23 punti, e dal Messina Peloro del tecnico Pietro Ruisi, appena dietro a 21. Il 13 dicembre è in programma l’acceso incontro tra le due compagini, che oltre a essere un derby è anche una precoce sfida per la testa della classifica. Circa 5mila tifosi etnei seguono la squadra nella trasferta dello Stadio Giovanni Celeste, riempiendo il settore ospiti.
Poco prima del calcio d’inizio, però, sopraggiunge un problema. Il Messina, la squadra di casa, sceglie di scendere in campo con la maglia biancoscudata, anziché quella giallorossa. Il Catania ha con sé solo le maglie da trasferta, bianche con dettagli rossazzurri. Il patron dei peloritani, Emanuele Aliotta, ha deciso e non vuole andare incontro ai cugini catanesi. Improvvisamente la partita è a rischio. Il pullman degli ospiti parte subito verso la casa-base, ma chiaramente i magazzinieri etnei non riescono a percorrere avanti e indietro i 93 chilometri che dividono le due città nei pochi minuti che mancano al calcio d’inizio. La sconfitta a tavolino incombe ma non può essere un’opzione, vista la rivalità tra le due compagini e soprattutto il peso specifico della sfida a livello di classifica. In poco tempo si sparge la notizia, arrivando fino al settore ospiti, dove gli ultras, inizialmente sbigottiti, trovano subito la soluzione, lanciando le proprie maglie in campo e rimanendo seminudi sugli spalti. Prendere quelle divise è l’unico modo per giocare la sfida e non deludere i tifosi. Così fanno i calciatori del Catania.
La foto pre-gara diventa storica: Roberto Manca e Francesco Ripaldi indossano la casacca della stagione 1993-94, Luca Lugnan e Giovanni Ivan Marziano vestono la maglia dell’annata 1994-95, Antonino Di Dio ha la divisa del 1995-96, Giuseppe Del Giudice, Gennaro Monaco, Umberto Brutto e Pietro Tarantino – con l’insolito numero 46 sulla schiena, quando la regola impone la numerazione dall’1 all’11 – posano con il kit della stagione corrente ma senza sponsor e l’unico con il completo giusto è Alessandro Cicchetti. Tutto questo nel calcio di oggi, in cui è addirittura lo sponsor tecnico a stabilire con quale maglia si scende in campo, è pressoché utopico.
L’incontro termina 0-0 con un espulso per parte e due pali colpiti dagli elefantini. Un’occasione persa per allungare per i rossazzurri, però è sicuramente un punto guadagnato rispetto a quella che si prospettava una sconfitta a tavolino. Ma soprattutto è un punto che a fine campionato sarà più che decisivo. La classifica definitiva cita Catania primo a 59 punti e Messina Peloro secondo a 58, con gli etnei direttamente promossi in Serie C1. Chissà cosa sarebbe successo in quella stagione se i tifosi non avessero fatto a gara a chi lanciava per primo la propria divisa da gioco in campo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA