L'intervista
Un altro Monaco per il Catania: «Sono Salvatore, mi manda papà Gennaro»
Il nuovo difensore dei rossazzurri si presenta: «Essere qui è un segno del destino»
Il figlio di Gennaro. Lo chiameranno così perchè quando la storia si rinnova con una dose massiccia di romanticismo basta solo il nome. Gennaro Monaco ha segnato, nel breve volgere di un paio di stagioni, quelle del ritorno in C1 e quelle del salto in B, un’era nella mente e nel cuore dei tifosi. Sono transitati fior di campioni da queste parti, ma Gennaro Monaco, rude e assassino agonisticamente, eppure così mite e generoso fuori dal campo, ha incarnato il lottatore che c’è in ognuno di noi.
Adesso suo figlio Salvatore, corteggiato da anni dal vecchio Catania e ingaggiato da Pelligra e Grella, chiude il cerchio di una dinastia che in questa città viene amata e rispettata. Salvatore Monaco, alto 1,94, è il difensore centrale che fa comodo a Lucarelli. Ha firmato fino al 2025, a Picerno ci sarà. Arriva da Potenza e dunque la prima gara la disputerà dietro l’angolo di quella che è stata casa sua fino a l’altra notte.
Emozioni? Immaginiamo tantissime
«Questo è un segno del destino, evidentemente era scritto che dovessi tornare qui. Spero di onorare i colori del Catania ricambiando la fiducia della società».
E quanto sarà felice papà?
«Papà si emozionato, per me è un maestro di vita. Sono nato e cresciuto qui e mi ha raccontato tanti aneddoti legati alla sua militanza in rossazzurro. Per tanti anni ho sognato di giocare davanti alle migliaia di tifosi del Catania. Quello di oggi è un sogno che va a realizzarsi».
Per anni il suo nome è stato accostato al Catania, poi tutto era puntualmente sfumato.
«Nella vita di ognuno di noi è tutto scritto, se si seguono i segnali giusti allora si cancellano i ricordi di porte sbattute in faccia e le notti insonni».
Un sogno che diventa realtà.
«Lo stesso sogno comune a tutti i bambini catanesi e napoletani che giocano a pallone e vorrebbero indossare la maglia del cuore. Io l’ho realizzato e adesso penso a fare bene per la città e per la squadra».
Il Catania negli ultimi tempi ha cambiato spesso modulo. Lei preferisce agire in una difesa a tre o a quattro?
«Ogni giocatore deve adattarsi ai moduli, nel calcio moderno bisogna sapersi distinguere sempre rispondendo presente alle esigenze del tecnico e del gruppo».
In carriera ha vinto un campionato a Perugia nel 2020-2021 e una Coppa Italia di Serie C con il Padova nel 2021-2022. Che cosa l’ha spinta a Catania a metà stagione?
«Ho avvertito subito la fiducia del club, quello che ho accettato con orgoglio è uno dei progetti più forti d’Italia e con una società così organizzata alle spalle non puoi che fare bene».
I suoi propositi?
«Io mi sento un ragazzo che sta scalando una montagna e spero di arrivare in vetta col Catania per godermi un panorama che sarebbe fantastico per tutti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA