ROMA – Una nuova rivoluzione rischia di stravolgere completamente Serie B e C con conseguente annullamento di molti dei match disputati finora. «Eccesso di potere» e «violazione delle norme statutarie» della Figc: l’ordinanza emanata oggi dal Tar del Lazio è durissima e sconfessa sia la Lega di B che la Federcalcio dell’allora commissario straordinario Roberto Fabbricini sul blocco dei ripescaggi e il torneo cadetto a 19 squadre. Tornando indietro a oltre due mesi fa, prima della delibera federale del 10 agosto con cui si dava l’ok ai sorteggi del campionato cadetto ridotto a 19 anziché 22 come previsto dallo statuto.
Accolta la «domanda di sospensione di tutti i provvedimenti impugnati, con conseguente obbligo, per le autorità competenti, di riesaminare gli stessi, sulla base della corretta applicazione del quadro normativo di riferimento», avanzata dai club che ambiscono al ripescaggio: Ternana (che ha già disputato 5 partite in Serie C), Pro Vercelli e Novara, ma della quale potrebbero beneficiare anche Siena e Catania. Il Tar infatti sempre oggi ha respinto l’istanza con cui la Ternana chiedeva la sospensione del provvedimento con cui, l’11 settembre scorso, il Collegio di garanzia del Coni dichiarava improcedibile il ricorso di umbri, Siena e Pro Vercelli contro la riammissione alla griglia dei ripescaggi di Novara e Catania. Di fatto l’unica certa del posto, qualora la B tornasse a 22 squadre sarebbe il Siena. Le altre quattro sono alternative: Novara e Catania da una parte, Ternana e Pro Vercelli dall’altra.
In più, tra le pretendenti da subito alla B c’è però da aggiungere l’Entella, che ancora gioca una gara a parte relativamente al caso delle plusvalenze del Cesena, caso che si deve discutere in Corte d’appello federale. In attesa dell’udienza di merito fissata il 26 marzo, la I Sezione ter del Tar del Lazio (presidente Germana Panzironi) ha sottolineato i diversi aspetti di “distonia” del provvedimento, come il fatto che la modifica dei campionati «è stata assunta nell’ambito di una gestione commissariale» e che «la riduzione dell’organico del campionato è stata operata nel mese di agosto, a pochi giorni dall’inizio dello stesso», senza acquisire «il deliberato delle altre Leghe, che senz’altro avrebbero dovuto essere coinvolte».
È la prima grana che si trova a dover dirimere il neo eletto presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, il quale però (all’epoca numero uno della Lega Pro) si era già espresso negativamente riguardo al blocco dei ripescaggi. Immediata la riunione d’urgenza a via Allegri, per capire con i legali federali la soluzione meno dannosa per scegliere i criteri di ripescaggio tra le pretendenti. La situazione è complessa e la nuova governance è stata costretta ad affrontarla suo malgrado. Si tratta di problematiche che meritano approfondimenti molto attenti, l’obiettivo è quello di salvaguardare da un lato la competizione sportiva di B e C ma anche l’intero calcio italiano e la stessa Figc. Al momento l’unica cosa certa è che la Federcalcio non ricorrerà al Consiglio di Stato, accettando così la sentenza e rimboccandosi le maniche per capire la via migliore. O meglio, il male minore.
Con un atto di autotutela la Figc potrebbe scegliere d’ufficio, ma deve prima stabilire i criteri di ripescaggio, la graduatoria e successivamente capire anche cosa fare dell’Entella. Servirà un’impresa diplomatica per evitare le richieste danni degli scontenti: «Eravamo statti buoni profeti, ora verificheremo chi dovrà risponderne», tuona Cosimo Sibilia, vicepresidente Figc in pectore. L’effetto a cascata sulle due leghe coinvolte ha prodotto subito il rinvio delle gare di Serie C previste oggi. Nel frattempo la Lega di B ha convocato d’urgenza un’assemblea straordinaria domani a Milano.