21 dicembre 2025 - Aggiornato alle 20:22
×

Scommesse, 12 giocatori di serie A indagati: chi sono e cosa sappiamo dell'inchiesta

L'inchiesta della Procura di Milano, carte alla Figc

Redazione La Sicilia

11 Aprile 2025, 17:11

Un nuovo caso shock scuote la serie A. Una dozzina di calciatori sono indagati nell’inchiesta milanese su un giro di scommesse clandestine, che però non riguarderebbe partite di calcio. Tra i nomi dei calciatori iscritti per aver scommesso illecitamente figurano quelli di Nicolò Fagioli, Sandro Tonali, Weston McKennie, Raoul Bellanova, Angel Di Maria e Nicolò Zaniolo, Alessandro Florenzi Alessandro, Mattia Perin, Samuele Ricci, Leandro Paredes.

Le accuse

I calciatori, secondo quanto si apprende, sarebbero indagati per avere giocato sulle piattaforme illegali di scommesse e poker e per averle pubblicizzate tra altri calciatori. L’ipotesi è che abbiano partecipato non a scommesse sul calcio ma sulle piattaforme illegali a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e, in particolare alle partite di poker su tavoli online.

Fagioli e Tonali collettori

Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina, e Sandro Tonali, ora al Newcastle, «oltre ad aver effettuato numerose scommesse» sulle piattaforme illegali, avrebbero ricoperto il ruolo «di collettori di scommettitori» e sarebbero stati «remunerati con bonus sui propri conti di gioco e con riduzione dei debiti. Emerge dagli atti dell’inchiesta milanese. I due, infatti, sono indagati per una contestazione che riguarda anche la «pubblicità» data al giro di scommesse illegali, mentre tutti gli altri come «meri scommettitori». Questi ultimi sono venti in totale, tra cui non solo calciatori ma anche altri sportivi.

Carte alla Figc

La Procura di Milano, diretta da Marcello Viola, trasmetterà gli atti dell’inchiesta sul giro di scommesse illegali su poker on line ed eventi sportivi, ma non partite di calcio, alla Procura federale della Figc per quanto riguarda i profili sportivi e eventuali sanzioni disciplinari. Da quanto si è saputo, i calciatori che hanno scommesso e sono indagati dal punto di vista penale non rischiano molto e possono uscire dal procedimento pagando un’oblazione. Le verifiche più rilevanti saranno quelle della giustizia sportiva. Mentre l'inchiesta, stralcio di quella torinese trasmessa, si è concentrata sugli organizzatori delle scommesse.

Le scommesse e i calciatori

Come risulta dagli atti, le indagini torinesi già note a carico, tra gli altri, di Fagioli e Tonali, già anche sanzionati dal punto di vista sportivo con squalifiche, sono state trasmesse per competenza a Milano e hanno portato, dunque, al sequestro della Gdf e alle cinque richieste di domiciliari per gli organizzatori delle scommesse illecite. Oltre a Fagioli e Tonali - che erano già indagati a Torino ma che, secondo le ipotesi dell’inchiesta milanese, avrebbero anche pubblicizzato con altri quelle piattaforme illegali e avrebbe pure consegnato contanti per altri scommettitori - sono indagati altri venti sportivi in totale. Tra questi, come «meri scommettitori», i calciatori Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo (anche il suo nome era già stato iscritto a Torino), Wes McKennie, Mattia Perin, Samuele Ricci, Raoul Bellanova, Cristian Buonaiuto, Leandro Paredes, Matteo Falzarano, Matteo Cancellieri, Adames Firpo, Marco Sartori, Angel Di Maria e altri sportivi ancora, tra cui pure il tennista Matteo Gigante.

Gatti prestò i soldi a Fagioli per pagare i debiti

Sempre agli atti i prestiti di altri calciatori a Fagioli per aiutarlo a pagare i debiti, con bonifici alla gioielleria milanese Elysium, centrale nell’inchiesta. Tra questi, non indagati, oltre a Gatti (che ha prestato 40mila euro) anche il portiere Stefano Turati e l’ex difensore Radu Dragusin. Fagioli e Tonali, oltre all’ipotesi di reato di gioco illegale, rispondono pure dell’attività di «pubblicità» al giro di scommesse e, dunque, per aver svolto il ruolo di «collettori» nei confronti degli altri 20 indagati.

Debiti pagati con i finti acquisti di Rolex

Pagavano i debiti di gioco con bonifici ad una gioielleria, fingendo di acquistare Rolex e altri orologi di lusso, i calciatori coinvolti nell’indagine della procura di Milano su un presunto giro di scommesse illegali. I calciatori, secondo l’accusa, prima si vedevano fare credito dagli organizzatori delle scommesse; quando il debito si faceva oneroso, venivano indirizzati alla gioielleria affinché in apparenza pagassero con bonifici perfettamente tracciabili il prezzo degli orologi, che restavano in negozio nella disponibilità degli organizzatori, mentre gli sportivi uscivano solo con la fattura emessa a fronte dell’acquisto simulato.

Le scommesse di Fagioli

Nell’inchiesta milanese dei pm Filippini e Amadeo e della Gdf sul presunto giro di scommesse illegali, in particolare sul poker on line, e che ha portato a un decreto di sequestro da 1,5 milioni di euro, firmato dalla gip Lidia Castellucci per fatti fino al 2023, è stato accertato che Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina, «per far fronte al pagamento dei debiti di gioco, si sia avvalso, oltre che delle proprie disponibilità, di prestiti in denaro concessi da altri», tra cui Federico Gatti, difensore della Juventus e suo ex compagno di squadra e che non è indagato. Negli atti, infatti, figurano anche i nomi di tanti altri sportivi e calciatori, non indagati, che avrebbero, in sostanza, coperto le perdite di quelli che scommettevano, come appunto Gatti per Fagioli.

Fagioli e la sua carta di credito nella cassaforte della gioielleria

La carta di credito di Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina ed ex della Juve e tra i calciatori indagati nell’inchiesta milanese su un giro di scommesse illegali i cui debiti sarebbero stati saldati con finti acqusiti di orologi di lusso, era stata lasciata a disposizione della gioielleria, dove era custodita in cassaforte. Lo si evince dal decreto con cui oggi sono stati sequestrati circa 1.5 milioni di euro a Elysium Gropup srl società del negozio. Fagioli, come risulta dall’inchiesta, nata a Torino e trasmessa a Milano per competenza, avrebbe bonificato sui conti di Elysium 693.614 euro.

I conti dei calciatori drenati

Quando l’inchiesta era ancora coordinata dai pubblici ministeri di Torino, Fagioli e Sandro Tonali, anche lui tra gli indagati, hanno affrontato la giustizia sportiva. Gli atti poi sono stati trasmessi a Milano per competenza. I pm Roberta Amadeo e Paolo Filippini, che coordinano l'indagine affidata ai militari della Guardia di Finanza sella sezione di polizia giudiziaria della Procura, hanno ricostruito oltre al giro di atleti, che si è allargato ad almeno una ventina, «dediti al gioco d’azzardo» su piattaforme legali o illegali e che si sono ritrovati ad essere indebitati per le puntate effettuate. E poi hanno accertato un meccanismo con cui drenare i conti ai calciatori architettato da Tommaso De Giacomo, Patrik Frizzera e l’ex arbitro Pietro Marinoni. Il primo avrebbe avuto un ruolo di gestore e coordinatore delle attività legate alle scommesse illecite e alla gestione delle piattaforme, tra cui la comunicazione delle password di accesso al caricamento dei conti di gioco, la tenuta della contabilità dei debiti e dei crediti di ciascun giocatore al quale avrebbe indicato anche i canali per i pagamenti dei debiti ossia PostePay, Revolut (istituto di credito digitale con sede in Lituania), contanti o tramite Elysium. Il secondo invece avrebbe avuto un ruolo, oltre che di gestore delle piattaforme, di abilitare i giocatori al poker online creando le stanze chiuse e, tra l’altro di gestore i rapporti con i referenti della gioielleria Elysium per il recupero dei crediti. Il terzo, invece, come emerge dagli atti, sfruttando le proprie conoscenze nel mondo del calcio a livello professionistico, avrebbe portato i clienti, aiutato i primi due nell’organizzazione delle attività legate alle scommesse e a occuparsi del ritiro dei soldi in contanti dagli scommettitori. Poi ci sono Andrea Piccini, Antonino Parise e Antonio Scinocca, i soci, amministratori di diritto, di fatto e il legale rappresentante di Elysium, la gioielleria sui cui conti venivano saldati i debiti. Come aveva spiegato Tonali ai pm torinesi nell’ottobre 2023, o si pagava il doppio un gioiello o un orologio che poi si ritirava in negozio o si versava l'importo del debito senza ritirare l’oggetto. Per tutti, eccetto Marinoni, i pm hanno chiesto i domiciliari.

Chi sono gli arrestati

Sono tutti milanesi, e hanno tra i 31 e i 45 anni, le cinque persone ritenute dalla Procura di Milano a capo di un presunto giro di scommesse illegali. Si tratta di Tommaso De Giacomo, 38 anni, Patrik Frizzera, 45 anni, Antonio Scinocca, 33 anni, Antonino Parise, 43 anni, e Andrea Piccini, 31 anni. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, De Giacomo dirigeva e coordinava tutte le attività connesse alle scommesse illecite, dalla gestione delle piattaforme illegali alla comunicazione delle password di accesso agli scommettitori e persino contabilità di debiti e crediti per ciascun giocatore. Frizzera, sempre secondo l’accusa, abilitava i giocatori al poker online, creando delle 'stanze chiusè protette da password e decidendo i partecipanti al gruppo di gioco. Scinocca, Parise e Piccini, soci e amministratori di diritto e di fatto della Elysium Group, la società operante nel settore della vendita di gioielli e orologi, in concorso tra loro simulavano la vendita di orologi e preziosi, ricevendo dai giocatori di calcio i bonifici bancari a copertura dei debiti di gioco contratti.

Il racconto di Tonali

«Chi mi ha iniziato alle scommesse è stato Pietro Marinoni che è del mio paese, è andato a scuola con mia sorella e all’epoca faceva l’arbitro». Lo ha raccontato, il 17 ottobre del 2023, Sandro Tonali, ex centrocampista del Milan e poi al Newcastle, interrogato dai pm quando l’indagine era ancora a Torino. Inchiesta, poi, trasmessa a Milano. Il verbale di interrogatorio, così come quello di Nicolò Fagioli e che era già venuto a galla in passato, è contenuto negli atti dei pm di Milano. Atti che hanno portato al sequestro da oltre 1,5 milioni di euro sul presunto giro di scommesse illegali e a cinque richieste di domiciliari, tra cui quella per Tommaso De Giacomo, presunto «coordinatore» delle scommesse illecite. «In merito alle scommesse che avvenivano per il tramite di Marinoni (indagato, ndr) - ha spiegato Tonali ai pm - all’inizio la scommessa non funzionava come l’ultimo periodo, ma mi avvalevo di un applicativo 'Snaì, poi inviavo con WhatsApp a Pietro Marinoni la scommessa e quest’ultimo andava in agenzia (...) questo sistema è andato avanti fino al 2020 quando è nato 'worldgame365' che poi nel corso del tempo ha cambiato denominazione ma l’operatività era la stessa (...) questo sito non era accessibile a tutti ma era necessario ricevere un link per potervi accedere, il quale mi è stato inviato per la prima volta da Marinoni». Al centro delle indagini, passate per le analisi dei telefoni sequestrati anche a Fagioli e Tonali nell’inchiesta torinese, pure una serie di gruppi whtasapp: «Si rappresenta - scrivono i pm - che Tonali, Fagioli e Marinoni avevano anche un gruppo WhatsApp all’interno del quale si organizzavano per il pagamento dei debiti di gioco».

La confessione di Zaniolo

«Io sapevo perfettamente che avevo giocato su piattaforme illecite e sapevo che dietro potevano esserci persone pericolose». Lo ha messo a verbale, nell’ottobre 2023 davanti ai pm di Torino, Nicolò Zaniolo, ex della Roma e ora alla Fiorentina, indagato nell’inchiesta sul giro di scommesse clandestine, trasmessa ai pm milanesi. «Tutto è cominciato perché io volevo giocare a poker e a black jack ed essendo nella squadra Nazionale con Fagioli, ho chiesto a lui dove potevo giocare». E così avrebbe ottenuto il numero di Tommaso De Giacomo, il presunto coordinatore del giro. Era lui, ha spiegato ancora Zaniolo, che «mi mandava un link sul quale inserivo usarname e password». Agli atti anche il verbale di Alessandro Florenzi, sempre del 2023, che ha raccontato anche lui del meccanismo del «bonifico» inviato «ad una gioielleria che si chiama Elysium» per pagare i debiti. Ha riferito ai pm di aver fatto bonifici per «140-150mila euro». Sandro Tonali, sempre due anni fa ai pm torinesi, ha raccontato di essere «arrivato ad avere un debito nei loro confronti», ossia di «Tommy e degli eventuali gestori della piattaforma», di «500mila euro che ho pagato in parte" attraverso i bonifici alla gioielleria, in parte con «delle vincite». Agli atti anche due verbali di Nicolò Fagioli dell’ottobre 2023 e del febbraio 2024. L’ex Juve ha spiegato di aver comprato «quindici orologi nella gioielleria di Milano», anche del valore di 15-20mila euro l’uno (gli importi venivano «maggiorati»), e "quattro o cinque, per quanto mi hanno detto, li hanno ritirati i miei creditori». Anche lui aveva raggiunto debiti per centinaia di migliaia di euro. «Gli organizzatori dei siti - ha messo ancora a verbale Fagioli - mi avevano proposto di riconoscermi un qualche vantaggio se avessi portato altri scommettitori». Sarebbe stato sempre Tommaso De Giacomo, secondo i pm, a spingere Fagioli «ad agganciare altri calciatori».