ROMA, 12 DIC – “Il mio obiettivo è alzare un trofeo con la Lazio. Se non sarà quest’anno sarà il prossimo. Ci divertiamo, siamo un gruppo forte, siamo tanto amici nello spogliatoio e si vede, questa è la forza di questa Lazio. Baroni mi sa di brava persona, intelligente, è aperto al dialogo. Quando si è giovani è facile volere tutto e subito, lui è bravo a tenerci coi piedi per terra e a pensare partita per partita”: Così Nicolò Rovella, centrocampista della Lazio, racconta il proprio rapporto con il tecnico biancoceleste in un’intervista a DAZN. Il mediano torna sul suo arrivo alla Lazio ricordando che “mi chiamò Sarri e mi chiese di venire alla Lazio, feci la valigia in 10 minuti. Sapevo che c’era qualcosa e spingevo per venire qua. Sarri è un maestro, quando mi ha chiesto di venire alla Lazio è stato un grande onore, che sto cercando di ripagare anche ora che non c’è”, prosegue. Tra i ricordi c’è spazio anche per la convocazione in Nazionale: “ci speravo ma non me l’aspettavo. Ero in macchina con la mia ragazza e vedevo arrivare chiamate a raffica di papà, dei miei amici. Poi lei ha aperto Instagram e mi ha comunicato la notizia incredibile. Allora ho richiamato mio papà e lui era in lacrime, è stato un momento molto bello”. Infine un pensiero su Roma e sulla lazialità, “un sentimento che va oltre il giocare a calcio. Lo vivi in città, lo vivi a casa, lo vivo con i compagni, con gli amici, è speciale. La verità è che non me ne vorrei mai andare da qui. Vedere l’Olimpico quando torno verso casa è bellissimo e poi mi piace tantissimo il centro storico, soprattutto la notte. Amo girare per Roma la sera quando ho il giorno libero”, conclude.