ROMA, 11 NOV – Uno su 20 ce la fa: a perdere, però. Il mondo magico dello sport ribalta motti popolari e regala, oltre che sogni di gloria ai tesserati, certezze granitiche a chi lo gestisce da presidente federale: con la rielezione di Carlo Beninati al badminton la statistica del (mancato) ricambio al vertice delle federazioni sportive assume numeri paradossali. Fotografano un dato di fatto, non esistono istituzioni più blindate: su venti elezioni per il nuovo quadriennio olimpico tenutesi finora, infatti, il presidente uscente ha vinto 16 volte ha vinto, in due occasioni non si era candidato e una federazione (la pallamano) era commissariata. Confermati, tra gli altri, con votazioni quasi bulgare Paolo Barelli al nuoto e Angelo Binaghi al tennis (anche Stefano Mei si è preso in scioltezza il secondo mandato alla Fidal). In sostanza solo Andrea Duodo al rugby ha battuto a sorpresa il presidente precedente, Marzio Innocenti, (che pure ha tentato la via di un ricorso però ritirato). “Abbiamo percepito da subito – spiega all’Ansa il neo presidente – una forte voglia di cambiamento che ci ha dato grande spinta all’Assemblea. Abbiamo puntato sul lavoro di squadra, non sulla figura dell’uomo solo al comando, ponendo al centro del nostro programma competenze, trasparenza, volontà di condivisione con la base che deve essere resa partecipe e coinvolta nelle attività della Federazione. La visione che abbiamo proposto al rugby italiano per il medio-lungo termine è basata su un progetto – aggiunge l’uno su 20 che invece ce la fa a vincere – non sulle persone”. Da mercoledì comunque si replica: prevista l’assemblea della sci nautico, candidato unico il presidente uscente, Claudio Ponzani. Sabato prossimo a Pieve di Cento (Bologna) si elegge il presidente della federazione baseball: e qui almeno la corsa è corale. A sfidare il n.1 uscente, Andrea Marcon, ci sono l’ex giocatore Marco Sforza, e poi Maurizio Condipodero e Marco Mazzieri. Il 23 novembre vanno alle urne due federazioni: il tennistavolo deve scegliere tra il presidente in carica Renato Di Napoli e i due sfidanti Patrizio Deniso e Marco Rech Daldosso. Alla motonautica finisce l’era di Vincenzo Iaconianni: due i nuovi volti candidati, Giampaolo Montavoci e Giorgio Viscione. Il presidente uscente però si candida nella lista per il consiglio federale, strategia interessante di chi, dovendo andare oltre la maggioranza qualificata dei due terzi perché arrivato a sette mandati completati, si candida a consigliere (magari puntando poi alla vicepresidenza). Sfida tra campioni invece quella al canottaggio: il 24 novembre a Pisa il n.1 uscente, Giuseppe Abbagnale, se la vedrà con un altro olimpionico, Davide Tizzano per la presidenza della Federazione per il quadriennio 2025-2028. A dicembre tocca invece al basket, dove l’ex n.1 del Coni Gianni Petrucci si ricandida sfidato dall’avvocato Guido Valori. Il 14 dicembre il Tiro a volo nell’assemblea in programma al Salone d’onore del Coni si prepara a confermare di certo uno dei più longevi dei presidenti, Luciano Rossi in carica dal 1993 e dal 2022 anche a capo della federazione internazionale. Al momento è candidato unico, ma fino a giovedì in teoria c’è tempo per farsi avanti. Il 21 dicembre a Ostia ci sarà invece l’elezione del presidente della federazione judo lotta karate: quello uscente Domenico Falcone non si ricandida. Nella rosa a tre con Gianni Morsiani e Giuseppe Matera c’è l’olimpionico Ezio Gamba, maestro personale di Putin che dopo 15 anni di Russia è tornato in Italia puntando alla guida della federazione. Ancora da definire invece la data delle elezioni per il golf del dopo Franco Chimenti: dopo la morte dello storico n.1 del green italiano, la gestione commissariale è nelle mani del segretario generale del Coni Carlo Mornati. In attesa poi che si sciolgano i nodi e la data per la rielezione dei vertici in Federcalcio, alle prese con il braccio di ferro con la Serie A, si va a completare lo scacchiere politico dello sport con sullo sfondo l’elezione del presidente del Coni prevista a maggio 2025. Ma quella è un’altra partita, che si gioca con altre regole: al momento, Giovanni Malagò non è ricandidabile perchè ha raggiunto 3 mandati.