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L'INTERVISTA

Peppe Di Stefano a “La Sicilia”: «Chiudi gli occhi e immagini il futuro del Catania»

"Qui non sono più Peppe Di Stefano di Sky, ma sono Peppe e non c'è sensazione più bella per me"

Di Lorenzo Maugeri |

Il giornalista catanese di Sky sport è tornato a casa, la sua Catania, per un paio di giorni. Ospite stasera della nostra redazione, Peppe ha analizzato il periodo di grande entusiasmo e speranza che sta vivendo la tifoseria catanese fra la società solida e inarrestabile di Ross Pelligra, i Mondiali senza l'Italia, la romantica Milanello e l'amore incondizionato di ex giocatori e allenatori per i colori rossazzurri.

Il Catania resta sempre nel cuore.

"Ho passato dei giorni molto belli perché domenica sono stato allo stadio e c'è stata la dimostrazione, di quello che avevo sempre pensato, che ci fosse un progetto serio, davvero all'avanguardia".

Peppe sottolinea come il calcio non sia basato solo sul rettangolo verde ma sui progetti di una società e di una dirigenza solida, che il Catania di Pelligra sta dimostrando ampiamente con i progetti sul nuovo centro di allenamento a Nesima e sullo stadio, centro operativo della dirigenza. 

Si sta affermando a Catania una società che ha una "forza delle idee più importante della forza economica".

Sparito lo storico Catania 1946, hai avvertito la paura che la città di Catania potesse rimanere senza una squadra, senza un progetto serio?

L'arrivo di Pelligra è sembrato un "regalo divino". Una proprietà forte e con grandi idee composto da uomini che hanno lasciato posizioni sicure e anche molto remunerative per sposare il progetto Catania e la sua splendida tifoseria. In primis Grella, che ha mollato uno dei team di procuratori sportivi più forti al mondo. Senza menzionare poi Caniglia o Carra, considerato uno dei grandi artefici per la trionfale risalita del Parma.

Insomma: “Chiudi gli occhi e immagini il futuro”.

Al campo di allenamento non si vede una squadra che naviga in Serie D, ma una struttura e un'organizzazione così attrezzata che “è minimo da Serie B”.

L’effetto Massimino? 15.000 in Serie D è fantascienza.Una cosa incredibile”. Grande entusiasmo da parte della gente, che non guarda solo al risultato. Il tifoso catanese non è più un tifoso di pancia ma anche di testa. Adesso, anche quando il Catania non gioca benissimo, “la gente è felice… bisogna remare tutti dalla stessa parte”. Quando una squadra di calcio arriva nella massima serie, anche la stessa città vive un’atmosfera eccezionale. Atmosfera che ha condizionato anche la stessa carriera di Peppe: “Se Io oggi faccio il giornalista a Sky è stato grazie alla Serie A”.

I Mondiali senza Azzurri?L’Italia avrebbe fatto un grande mondiale”. L’esclusione dal mondiale 2018 è stata meritata, questa una coincidenza: due rigori sbagliati, un girone ben giocato con una lunga striscia d'imbattibilità, composto da giocatori giovani. Certo non si sta parlando di fenomeni, ma del resto non ve ne sono neanche in questo Mondiale, eccetto quei pochi nomi come Messi o Mbappè.

Quando rientra Ibra? Il tuo libro su Milanello? Ibrahimović rientra a fine gennaio/inizio febbraio, secondo quello che risulta a Di Stefano. Il libro «Milanello, la casa del diavolo» racconta aneddoti e segreti del centro sportivo milanese grazie alle testimonianze dirette di giocatori, dirigenti e addetti ai lavori rossoneri. Peppe si augura che un giorno anche il nuovo centro sportivo del Catania possa diventare e vivere sogni come Milanello. Una realtà romantica “dove i campioni diventano bambini e i bambini diventano campioni”.

Il Catania della Serie A?Ancora oggi mi sento costantemente con tanti giocatori”. Maxi Lopez, uno dei suoi più grandi affetti sportivi, Vincenzo Montella, Papu, “con Spolli ci gioco a Paddle a Milano” e poi Giampaolo, Mihajlovic, Simeone… C’è un cordone ombelicale che non si stacca mai da Catania. Tutti seguono i risultati della squadra ogni domenica, si informano sul suo andamento e sulla sua situazione in classifica. “Il catanese nasce, cade, si rialza… L’importante è esserci”. Sembra che questa filosofia, quella del «Melior Cinere Surgo», sia permeata profondamente in chiunque sia passato alle pendici dell’Etna.

Ti manca Catania?Si certo, qui ci sono i miei migliori amici, la famiglia… ma sono contento di dove sono adesso (Milano). Il miglior posto dove lavorare. Quando torno a Catania, torno nel mondo reale, chiudo il mondo lavorativo. Qui non sono più Peppe Di Stefano di Sky, ma sono Peppe e non c’è sensazione più bella per me”.

L'intervista di Giovanni Finocchiaro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA