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Paolo Tiralongo siciliano di Avola va in fuga e vince la nona tappa

Paolo Tiralongo siciliano di Avola va in fuga e vince la nona tappa

A 38 anni entra nella storia: è il più anziano vincitore di Tappa. E si commuove

Di Adolfo Fantaccini |

BENEVENTO – Le montagne ruvide dell’Irpinia e del Sannio hanno partorito il topolino di un secondo di rimonta di Fabio Aru su Alberto Contador. Ieri lo spagnolo era balzato da +2” a +4” in classifica generale sul sardo dell’Astana, che oggi – dopo il traguardo di San Giorgio del Sannio, il più a sud dell’intero Giro d’Italia 2015 – si è riavvicinato, portandosi da -4” a -3”. Poca roba. Importante, invece, il ko tecnico subito da Rigoberto Uran Uran che deve ridimensionare le proprie pretese. Continuando a perdere decine di secondi ogni giorno dovrà dare l’addio al podio, oltre che ai propri sogni in rosa. Il colombiano fa buon viso a cattivo gioco e riesce anche a trovare la battuta. Come sempre: “Non sono io che vado piano, sono gli altri che vanno troppo forte”, ride amaro.   La tappa di oggi, che si preannunciava pirotecnica, con effetti speciali e insidie assortite a ogni curva, è stata vinta straordinariamente da Paolo Tiralongo, siciliano di Avola, provincia di Siracusa, che ha rimontato nel finale e si è ritagliato un’esaltante “passerella” finale tra flash dei fotografi e applausi. La sua impresa ha commosso soprattutto Fabio Aru, capitano dell’Astana, che è scoppiato letteralmente in lacrime – facendo commuovere anche lo stesso Tiralongo – per l’affermazione del proprio gregario. Un gesto significativo, che fornisce l’esatta dimensione dell’atmosfera che si respira in seno al team kazako. Ieri i “boys” in maglia gialloazzurra, guidati dal ds Giuseppe Martinelli, avevano provato con Landa a conquistare un successo di tappa a Campitello Matese; oggi sono riusciti a ottenerlo con Tiralongo, che è stato superlativo quando è scattato sulle prime rampe del Passo Serra – ultima salita della giornata – per andare con Ellisonde a caccia di Slagter, ormai da diversi chilometri in fuga.   Tiralongo ha staccato tutti in pochi chilometri e si è messo sulle tracce dell’olandese, che si sarebbe piazzato “solo” al settimo posto, dopo essere crollato e e finire risucchiato dagli altri corridori. Tiralongo, come un treno, ha macinato chilometri senza cedere una sola pedalata e alla fine ha tagliato il traguardo in perfetta solitudine, indicando il pubblico ed esultando con il pugno in alto. Alla Nibali.   Aveva vinto a Rocca di Cambio nel 2012, il siciliano, si è ripetuto a 38 anni nella tappa più a sud di tutto il Giro, proprio lui che il sud ce l’ha nel cuore e nel sangue, sebbene viva da anni nel Bergamasco. Tanto da lasciarsi andare dopo l’arrivo a una frase del tipo: “Sono contento di avere vinto vicino casa”, dimenticando che la provincia di Siracusa dista almeno 800 km dal Sannio. E comunque ha fatto un altro record diventando a 37 anni e 313 giorni il più anziano vincintore di tappa.   Tiralongo esulta, Aru spera, Porte galleggia e Contador non molla, con la sua spalla ormai soltanto semi immobilizzata, mentre Uran Uran sprofonda ed esce sconfitto; adesso il suo ritardo è di 2’10”. Che, dopo 9 tappe, non è poco. Solo la crono, e le vette dolomitiche, diranno se il colombiano della Etixx-Quick step potrà ancora puntare quantomeno al podio. Ora come ora, per lui, vincere il Giro appare un’impresa disperata.   Oggi, vedendolo in difficoltà, Aru e Contador, dopo un conciliabolo, hanno deciso di collaborare per tagliarlo fuori dai giochi. E ci sono quasi riusciti, nella parte finale della tappa. Lascia perplessi la débacle di Uran, così come va elogiato l’atteggiamento del sardo in corsa: Contador a parte è lui il regista del Giro.

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