LUIGI BUSÀ
10 e lode
Il “Gorilla” di Avola non ha disatteso le attese della vigilia, è arrivato a Tokyo il paese dove il karate è una leggenda e dove questa disciplina è nata, da numero uno del ranking e sul tatami l’ha confermato alla grande battendo nella finale dei 75 kg del kumite, il suo rivale di sempre l’azero Aghayev che aveva superato anche nella fase a gironi. Un titolo che si aggiunge ai due titoli iridati e ai cinque ori continentali conditi da 13 maglie tricolori, per coronare una carriera cominciata sul tatami di casa dove grazie al papà-allenatore Nello, il karate fa parte della tradizione di casa con le sorelle Lorena (ha fallito la qualificazione per Tokyo) e Cristina ancora in attività e Stephanie che adesso fa l’avvocato, che sono cresciuti a pane e karate.
DANIELE GAROZZO
9
Lo schermidore acese doveva difendere l’oro nel fioretto individuale vinto a Rio 2016 e a Tokyo è andato vicino al magico bis sconfitto solo in finale dal sorprendente portacolori di Hong Kong, Ka Long Cheung per 15-11. Lacrime d'amarezza ma anche tanto orgoglio per Daniele, 28 anni, protagonista di una gara strepitosa, che però non è bastata nella prova a squadre che ha visto l’Italfioretto chiudere al 5° posto.
ROSSELLA FIAMINGO
9
La doppia iridata di spada inseguiva a Tokyo l’oro olimpico che mancava nella sua bacheca dopo l’argento di Rio 2016. La campionessa etnea è uscita fuori ai quarti battuta 15-7 dall’estone Lehis che poi ha vinto il bronzo, dopo un avvio di torneo che faceva ben sperare. La delusione per il mancata podio è stata parzialmente superata dopo aver contribuito alla grande al bronzo a squadre.
NINO PIZZOLATO
9
Il trapanese arrivava a Tokyo da campione europeo in carica e da numero 3 del ranking della categoria 81 kg nel sollevamento pesi che a Tokyo ha sbaragliato il campo per la gioia del presidente federale, il nisseno Antonio Urso. Pizzolato a Tokyo ha condotto una gara strepitosa e alla fine ha vinto un bronzo che vale molto con uno straordinario totale di 365 kg (165 nello strappo e 220 nello slancio).
SAMUELE BURGO
9
Il canoista siracusano voleva imitare a Tokyo il suo allenatore alle Fiamme Gialle, il megarese Antonio Scaduto, bronzo a Pechino 2008 nel K2 1000 e l’impresa è solo stata rinviata a Parigi 2024. Samuele ha fallito di poco la finalissima del K1 1000 e ha poi vinto la finale B chiudendo a 23 anni al 9° posto in una delle gare più difficile del programma sprint e in coppia col veneto Luca Beccaro è stato 3° nella finale B del K2 1000.
FILIPPO RANDAZZO
8,5
Il saltatore etneo ha cominciato la sua carriera nel lungo a Valguarnera col tecnico Carmelo Giarrizzo e ha scalato i vertici internazionali e dopo aver vinto una tappa di Diamond League ed essere entrato in una nuova dimensione con salti sempre oltre gli 8 metri, a Tokyo ha chiuso con uno straordinario 8° posto con 7,99 dopo che nelle qualificazione al primo salto era atterrato a 8,10.
ALA ZOGHLAMI
8,5
Arrivato col fratello Osama a Erice dalla Tunisia a soli 2 anni, ha rimesso in auge il fondo siciliano col personale sui 3000 siepi (8’14”05 e il 9° posto in finale in 8’18”50. Un premio a lui e al suo allenatore, Gaspare Polizzi.
ALBERTA SANTUCCIO
8
Chiamata in pedana nella finale per il bronzo, ha dato il meglio, conquistando un punto che è risultato fondamentale per salire sul podio.
ALICE MANGIONE
8
La nissena è ormai la n° 1 indiscussa in Italia sui 400 e a Tokyo l’ha confermato contribuendo al 9° posto e al record italiano della 4 per 400 mista (3’13”51) e al 13° posto della 4 per 400 (3’27”745) con una frazione corsa con uno strepitoso 50”66.
OSAMA ZOGHLAMI
7,5
Il sogno era quello di andare in finale con Ala e l’impresa Osama l’ha sfiorato per meno di 2” chiudendo in batteria in 8’19”51 e in totale 17°.
MIRIAM SYLLA
6
Niente podio per l’Italvolley capitanato da Miriam Sylla, con le azzurre seste dopo aver pesto nei quarti contro l’Argentina.
ENRICO GAROZZO
5,5
Arrivava insieme all’altro acese Marco Fichera da vicecampione olimpico a squadre e invece a Tokyo, ha chiuso al 20° posto il torneo individuale e 7° con l’Italspada.
MARCO FICHERA
5,5
Stesso discorso per l’altro acese, 23° nella prova individuale, pagando come lui stesso ha ammesso, una giornata non delle migliori.
GIORGIO AVOLA
5,5
Il modicano ha provato a dare una scossa all’Italfioretto, ma non è bastato: azzurri quinti.
DAMIANO CARUSO
5,5
Dopo essere salito sul podio del Giro d’Italia 2021 (2°), l’ibleo nella prova in linea, non è riuscito a stare con i migliori (24°).
VINCENZO NIBALI
5,5
Lo “Squalo dello Stretto” sognava di riprendersi a Tokyo l’oro perso per una caduta a Rio, ma nei momenti cruciali ha perso il treno (53°).
ALESSANDRO MAZZARA
5,5
Il giovane trapanese ha chiuso 11° nella gara di park dello skateboard.
GIUSEPPE LEONARDI
s.v.
L’allievo di Filippo Di Mulo artefice dei successi azzurri nello sprint, era la riserva della 4×400 e avrà tempo in futuro per prendersi un posto da titolare.