Judo
Odette Giuffrida, un bronzo che fa storia: la prima judoka a vincere due medaglie in due olimpiadi consecutive
A Rio 2016 era stata d'argento, e ora rilancia: «A Parigi sarò d'oro»
Un ippon di bronzo. Così la romana di Talenti Odette Giuffrida è diventata la prima judoka europea a prendere medaglie per due Olimpiadi di seguito. A Rio 2016 era stata d’argento, oggi si è piazzata terza nella prova dei 52 kg. «Ma non mi fermo qui – giura – e a Parigi sarò d’oro». Già, in fondo manca solo un triennio e lei è soprannominata 'Velenò fin da quando era bambina, perché non stava mai ferma, quindi di lasciar perdere, a 27 anni ancora da compiere, proprio non se ne parla. A interrompere il suo sogno d’oro era stata la giapponese Uta Abe, che l’ha battuta in semifinale, con un uchi mata al golden score, e poi è andata anche lei a stabilire un record, quello di vincere l’oro nello stesso giorno in cui lo ha conquistato suo fratello Hifumi, nei 66 kg. Nel 'tempiò del tatami, il Nippon Budokan, la festa del team di casa è stata totale, ma anche l’Italia ha buoni motivi per sorridere, nonostante la delusione di Manuel Lombardo, accreditato del numero uno del ranking, e invece sconfitto dal coreano An Baul per il bronzo, dopo aver perso contro il brasiliano di ascendenze venete Daniel Cargnin. Un peccato, però meno male che c'è la romana Odette, sorella di quel Christian Giuffrida ex bomber del Cervia di 'Campionì e che nel 2016 era a Rio per fare il tifo per la sorella, ma questa volta non ha potuto a causa della pandemia. In famiglia c'è anche un nonno che dipinge, per questo Odette ora dice che "l'ho già videochiamato mio e mi ha detto che la medaglia me la pittura lui, non importa il colore. Quindi nonno preparati, che me la devi fare d’oro». Ma c'è stato anche un pianto a fine gara, «uno sfogo per i cinque anni di inferno che ho passato», provocati dai ricorrenti problemi a una spalla e da altre vicende su cui sorvola. Si può dire soltanto che attualmente è single, intanto ammette che era "venuta qui per l’oro» ma tiene a precisare che alla fine "questo bronzo è importante dopo cinque anni duri di tanti cambiamenti e ostacoli. Insomma, è una medaglia piena di orgoglio». Conquistata battendo l’ungherese Reka Pupp, una delle rivelazioni del torneo olimpico per aver sconfitto al primo turno la kosovara Majlinda Kelmendi, vincitrice dell’oro a Rio 2016. Al gong, con la magiara in lacrime, Giuffrida ha urlato la sua rabbia con i pugni chiusi rivolti verso il cielo. Poi si è inginocchiata sul tatami, commossa per poi sciogliersi finalmente in un sorriso con una dedica al nonno e «a Dio che mi ha dato tanta forza». E ancora gliene darà, sognando Parigi.