Lega Pro, il Catania ora si arrocca in difesa Si lavora per uno “sconto” su penalizzazione

Di Andrea Lodato / 24 Agosto 2015

Staff di legali di Nino Pulvirenti e del Catania al lavoro. Lavoro andato avanti sino a tardi, tardissimo, per cominciare ad elaborare una vera, approfondita ed articolata strategia difensiva. Si discute, naturalmente, dell’inchiesta “I treni del gol”, delle accuse che gravano sull’ex presidente e di quelle che, di conseguenza, si abbattono sulla società. Paradossalmente, ma non troppo in fondo, sino a questo momento una vera e propria linea di difesa, di contrasto tecnico alle accuse che sono scaturite dalle indagini della Procura della Repubblica di Catania e che sono state recepite dalla Procura calcistica, non è stata varata.

QUEL TRENO MAI PARTITO

Nino Pulvirenti, infatti, ha deciso sostanzialmente subito di seguire la strada della collaborazione con i magistrati e questo, pur essendo stato seguito ovviamente il normale iter giudiziario, con la formunazione delle accuse, l’interrogatorio di garanzia dell’indagato, ha comunque indirizzato l’azione dei legali di Pulvirenti e del Catania verso un’altra direzione. Quella, appunto, che ha portato principalmente all’ammissione delle responsabilità, al racconto della dinamica che è stata messa in atto nel tentativo di acquistare le gare per salvare il Catania dalla retrocessione e al coinvolgimento degli altri soggetti che avrebbero partecipato a questa azione. Una linea che ha premiato subito, perché Pulvirenti già dopo il primo interrogatorio al Palazzo di Giustizia di Catania si è visto revocare gli arresti domiciliari ed è potuto tornare in libertà. E quella scelta, com’è noto, è stata anche quella che ha consentito di presentarsi davanti al Pm Stefano Palazzi con le carte in regola e le idee chiare per scegliere di aderire all’articolo 24 del codice di giustizia sportiva, quello che parla espressamente della collaborazione del colpevole. Così Pulvirenti ed il Catania hanno potuto concordare con Palazzi le sanzioni sia per il dirigente che per il club, in forza delle confessioni rese. Cinque anni a Pulvirenti di inibizione e retrocessione in Lega Pro e meno 5 per il Catania. Il Tribunale federale ha confermato la bontà e l’importanza della collaborazione di Pulvirenti, ma ha scelto di appesantire la penalizzazione. Ecco, adesso il Catania si trova a dovere sostenere le proprie ragioni in sede di ricorso davanti alla Corte d’Appello. Ed essendo stato acclarato che le confessioni di Pulvirenti sono state e sono importanti per lo sviluppo dell’inchiesta, è chiaro che adesso i legali dovranno anche far valere le ragioni della difesa. Nel senso che, al di là della confessione resa, ci sono divergenze tra le accuse mosse all’ex presidente dagli inquirenti e le posizioni e le ragioni che Pulvirenti intende sostenere. E’ il momento, insomma, di cominciare ad avviare una vera e propria azione di difesa, l’unica che, a questo punto, può tornare utile per sostenere le ragioni del Catania che chiede alla Corte una riduzione della penalizzazione. Ovvio che la confessione resa da Nino Pulvirenti resta il punto cardine di tutto l’impianto che ha consentito di evitare la catastrofe della retrocessione tra i dilettanti. E questo resta l’argomento principale che verrà portato avanti dagli avvocati del Catania anche davanti alla Corte d’Appello, considerando il fatto che sia il Procuratore Palazzi che il presidente Artico con il Tribunale federale, hanno sottolineato l’importanza fondamentale della collaborazione che è servita a squarciare per la prima volta il muro di omertà che ha sempre ha protetto la costante e crescente azione illegale che si è sviluppata dentro il mondo del calcio. Ma serve un altro tassello, a questo punto, quello che, del resto, dovrebbe rappresentare anche il punto successivo alla collaborazione da cui i legali di Pulvirenti dovranno far partire la difesa, sia in questi giorni per il ricorso in Corte d’Appello, sia successivamente per la difesa in sede di procedimento penale. Per quel che si è capito nelle scorse settimane, anche alla luce delle dichiarazioni fatte dagli avvocati del Catania, intanto verrà contestato il fatto che il Tribunale federale nell’appesantire la pena fatta pagare al Catania, avrebbe preso in esame sei partite nell’ambito dell’inchiesta, mentre i legali escludono che anche la gara con l’Avellino sia stata oggetto di un intervento di Pulvirenti per addomesticare il risultato. E obiezione totale anche alla punizione inflitta al club per i presunti benefici che sarebbero stati tratti dagli accordi presi da Pulvirenti con Delli Carri per vincere le partite con Ternana e Latina. I legali sostengono che tutte le intercettazioni che sono state già lette e diffuse, confermano il fatto che Pulvirenti era interessato a comprare quelle partite e per questo pagò. Ma Delli Carri e le persone che agivano con lui per contattare i giocatori delle squadre avversarie, non avrebbero mai contattato nessuno, quindi l’illecito non sarebbe mai stato consumato e il Catania non avrebbe avuto alcun vantaggio. Ecco perché i punti di penalizzazione, dodici appunto, per il Catania sono troppi a dovrebbero essere ridotti.

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: calcio scommesse ricorso alla caf