«Delegrottaglizzare» l’Akragas in soli tre giorni era un’impresa ritenuta dai più impossibile. E invece Pino Rigoli, l’allenatore scelto dalla società ma «chiamato» dalla piazza, è riuscito laddove nessuno pensava potesse riuscire. La difesa ha finalmente movimenti da difesa, il centrocampo ha movimenti e pressing da centrocampo e persino l’attacco – croce e delizia dei biancazzurri – ha segnato sì un solo gol, ma in una sola partita ha creato quasi quanto le ultime dieci partite. Insomma, l’allenatore è riuscito nel miracolo anche se con una formazione in piena emergenza per l’assenza dei due centrali (sulla carta) titolari, Marino e Capuano che sono infortunati.
Ma è stata un’altra Akragas con in porta Vono (incredibilmente in panchina con Legrottaglie che gli ha ultimamente preferito Maurantonio), sugli esterni Grea e Salandria e al centro Muscat (grande partita la sua) e Cazè (che sembra già un altro gocatore). A centrocampo Zibert e Dyulgerov a martellare e Vicente (sì, persino Vicente che con Legrottaglie non sapeva mai che cosa fare con la palla) a smistare palloni. E poi l’attacco capace di creare almeno sei palle gol nitidissime, due sbagliate per la bravura del portiere del Monopoli e almeno 4 per la imprecisione degli avanti biancazzurri.
Il gol però alla fine arriva: Al 53’ Madonia (anche lui resuscitato con Rigoli in panchina) mette in mezzo un pallone con il contagiri che Di Piazza calcia al volo in diagonale. È l’ 1 a 0 che l’Akragas poi conserva (anzi, potrebbe pure fare il 2 a 0) senza mai soffrire la pressione pugliese. Che l’Akragas abbia svoltato non è ancora certo, ma di sicuro questa squadra non sembra nemmeno lontana parente rispetto a quella di sette giorni fa e se vogliamo di quella degli ultimi tre mesi. Il cambio in panchina, siapure tardivo, ha dato la svolta. E già ad Agrigento la domanda più diffusa è: Nicola Legrottaglie chi?