La settimana di fuoco della Juventus, sul fronte societario, sportivo e processuale, ha il suo acme oggi a Roma, dove si terrà l’udienza davanti alla Corte d’appello della Figc, sezioni unite, per l’esame della richiesta della procura federale di riaprire il processo sulle presunte plusvalenze fittizie. Il ricorso coinvolge altre otto società e in totale 52 dirigenti, ma nel mirino c'è in primis il club bianconero, che si trova ad affrontare il primo dei giorni del giudizio che segnano il suo calendario 2023 tra giustizia sportiva e ordinaria e che culmineranno nell’udienza preliminare del 27 marzo prossimo davanti al Gup di Torino per l’inchiesta 'Prismà della Procura della Repubblica sui conti societari.
Secondo il procuratore, Giuseppe Chinè, le migliaia di pagine degli atti dell’inchiesta torinese – oltre a indurlo ad aprire un’altra indagine, sulle scritture private tra la Juve e i giocatori per presunti tagli fittizi degli stipendi – dimostrerebbero che il club bianconero è il perno di un sistema volto a truccare i bilanci con un turbinio di trasferimenti di giocatori la cui valutazione sarebbe slegata dal loro reale valore sportivo. Per questo ha avanzato la richiesta di revocazione della sentenza definitiva emessa lo scorso maggio dalla Corte d’appello federale, che domani sarà all’esame dello stesso giudice.
In primavera, il Tribunale federale aveva respinto la tesi dell’accusa – suffragata da un modello creato per definire fittizie le operazioni di calciomercato finite sotto la lente, raffrontando anche i valori dei cartellini dei giocatori usando la piattaforma Transfermarkt – sostenendo in sostanza che i deferiti non potevano essere sanzionati in assenza una norma che disciplini i criteri per l’attribuzione del 'valorè dei calciatori. La Corte d’appello respinse il ricorso della Procura, confermando i proscioglimenti. Ora si riparte, in base ai nuovi elementi.
Nel ricorso per revocazione, la Procura non si è espressa sulle richieste di sanzioni, che saranno esplicitate nel caso la Corte accetti di riaprire il procedimento. Se a primavera le richiesta riguardavano solo ammende per le società e inibizioni per i dirigenti, senza penalizzazioni di sorta, non è detto che questa linea sia confermata, ma si saprà solo oggi. Rispetto ad allora, non sono coinvolte il Napoli e il Chievo, nel frattempo sparito, mai citate negli atti della Procura, quindi in giudizio si presenteranno oltre alla Juve, la Sampdoria, il Genoa, la Pro Vercelli, il Parma, il Pisa, l’Empoli, il Novara, il Pescara e 52 dirigenti delle medesime società. Tutte sono pronte a confutare le nuove contestazioni.
Nella sua memoria difensiva, la Juventus ribadisce la correttezza del proprio operato e confida che il ricorso sia dichiarato inammissibile o respinto «data l’insussistenza di qualsiasi illecito disciplinare e soprattutto «l'assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte federale di appello e quindi la carenza dei presupposti dell’impugnazione».
La Corte potrebbe chiudere il procedimento, che si terrà esclusivamente da remoto, già in giornata, oppure rinviare a lunedì in caso si dovesse prolungare la camera di consiglio, sia per la decisione sul ricorso per revocazione sia, in caso questo fosse accolto, per la decisione nel merito del nuovo procedimento.