In aggiunta all’udienza della corte federale d’appello della Figc che lunedì dovrà rimodulare la penalizzazione per il caso plusvalenze, arriva – secondo quanto ha anticipato l’ANSA un altro processo sportivo per la Juventus: la procura della Federcalcio, infatti, ha appena deferito la società bianconera
per la cosiddetta manovra stipendi. Alla Juve viene contestata la violazione dell’articolo 4.1, e dunque della lealtà sportiva.
Il club è stato deferito per responsabilità diretta e oggettiva «per gli atti e comportamenti posti in essere dai propri dirigenti». E infatti il deferimento è scattato per Andrea Agnelli (all’epoca dei fatti presidente del consiglio di amministrazione), Pavel Nedved (allora vicepresidente), Fabio Paratici, Federico Cherubini, Giovanni Manna (allora ds della Under 23), Paolo Morganti (a capo della Football Operations), Stefano Braghin (ds del settore giovanile all’epoca): a tutti viene contestata la violazione dell’articolo 4, comma 1, del codice di giustizia sportiva e relativi a 4 diversi filoni dell’indagine. La manovra stipendi stagione 2019-20, quella per la stagione successiva, gli agenti e i rapporti di partnership con altri club.
In tutto quattro i filoni di indagine per i quali la Procura Figc, in 72 pagine di deferimento, ha rinviato la Juve e i suoi ex dirigenti al processo sportivo davanti al tribunale federale nazionale: oltre alle manovre
stipendi per due stagioni e ai rapporti con gli agenti, ci sono anche la partnersip «per accordi confidenziali» con sei club. Si tratta di Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari. Secondo la procura Figc, la Juve avrebbe trattato calciatori senza depositare i contratti in Lega o depositando contratti diversi da quelli reali. Le posizioni dei sei club saranno valutate con le indagini ancora in corso.