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In un Olimpico blindato il Palermo di Ballardini sogna il colpaccio ma la Lazio pareggia

In un Olimpico blindato il Palermo di Ballardini sogna il colpaccio ma la Lazio pareggia

Finisce 1-1: un pareggio cvhe fa sorridere il nuovo tecnico all’esordio sulla panchina rosanero

Di Redazione |

ROMA – Errori, paura, ansia da prestazione. Tra Lazio e Palermo finisce con un pareggio per 1-1 che fa sorridere solo Ballardini all’esordio anche se per lunghi tratti il neo tecnico subentrato a Iachini aveva assaporato una vittoria anche più larga costruita sul vantaggio iniziale siglato dal difensore Goldaniga. Se invece Pioli cercava “giocatori motivati” dovrà rivedere le sue gerarchie. Dopo tre sconfitte e una lunga pausa su cui riflettere, dai suoi oggi ci si aspettava molto più di un pareggio, per giunta arrivato su calcio di rigore. Il Palermo si è limitato a pressare a centrocampo su Biglia e la tattica ha premiato ancora una volta, nonostante il 4-3-3 biancoceleste blindato d Milinkovic-Savic a protezione dell’argentino. Poco consistente la spinta di Keita, invocato all’unisono prima del match quanto impalpabile in campo.     In un clima narcotizzato dalle stringenti misure di sicurezza all’ingresso dello stadio per l’allerta terrorismo, con soli 10mila tifosi sugli spalti (media piuttosto al di sotto dello standard seppur basso dei biancocelesti in casa) e l’inno della ‘Marsigliesè applaudito all’unisono prima del match in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi, la gara inizia ricalcando lo stesso clima da psicosi collettiva che si respira sugli spalti: tanto per capire, nel primo tempo si innesca un allarme in tribuna Monte Mario per un zainetto lasciato incustodito che poi si rivelerà appartenere a una bambina. La Lazio parte meno impaurita ed è quella che all’inizio prova a fare la partita, ma si tratta di iniziative estemporanee, come quella che dopo pochi minuti porta Milinkovic-Savic al tiro al volo che impegna Sorrentino in angolo.     Il Palermo si organizza e prova a rispondere con Lazaar, che dalla distanza non impegna più di tanto Marchetti. Poco dopo (16’) è il momento di Vazquez (tiro ancora debole), ma a forza di premere sull’acceleratore i rosanero passano: sinistro di Lazaar in area, palla che finisce sui piedi di Goldaniga che fa partire un destro perfetto che al 21’ si insacca all’angolino. La reazione biancoceleste è tutta in un sinistro di Milikovic-Savic che sfiora la traversa ancora dalla distanza. Si va avanti a oltranza, con la squadra di Pioli che colleziona corner (su uno dei 7 del primo tempo bravo Sorrentino a smanacciare su stacco di Hoedt) ma non riesce mai a creare superiorità nell’uno contro uno quando il campo è libero.     Al rientro in campo nessun cambio, la Lazio torna a pressare, al 4’ gol annullato a Hoedt per una trattenuta di Djordjevic in mischia. All’8’ Vazquez porta a spasso tre giocatori laziali, la palla arriva a Chochev che scarica a botta sicura ma Marchetti si oppone. Il portiere laziale viene poi graziato per ben due volte da Gilardino, poco agile a trasformare in oro prima un assist di Vazquez, poi una ribattuta su tiro di Chochev. Poco prima Pioli aveva tolto Djordjevic e Anderson per inserire Candreva e Matri. Al 24’ l’episodio che riporta la Lazio in partita: Lulic sguscia via a Hiljemark, lo svedese lo arpiona in area e per Celi è rigore. Candreva tira e indovina l’angolino: 1-1.     I biancocelesti si svegliano, Lulic è più voglioso, Matri dà più imprevedibilità davanti e anche Keita sembra più coinvolto sull’out di sinistra. Ballardini risponde togliendo Hiljemark e Gilardino per Trajkovski e Rigoni, quest’ultimo subito protagonista con un gran destro respinto ancora da Marchetti. Nel finale Pioli si gioca anche la carta Kishna, utile a mettere qualche cross in mezzo proprio quando l’ariete (Djordjevic) aveva lasciato il campo.

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