Il Palermo Calcio e il closing fallito, la verità di Baccaglini: «La proposta era buona»

Di Redazione / 02 Luglio 2017

PALERMO – Una buona proposta fatta con l’obiettivo di trovare un accordo per la cessione del Palermo Calcio e garantire un futuro alla società, una proposta che Zamparini però non ha giudicato «soddisfacente», come invece era secondo Paul Baccaglini, l’ex iena a capo di una cordata che voleva acquisire il club rosanero. La colpa di Baccaglini, simpatica meteora – almeno per ora – della primavera rosanero, sarebbe stata di non portare abbastanza soldi. 

 

Il sogno chiamato Baccaglini è durato quindi meno di quattro mesi fatti di selfie, parole e rinvii. Era un sogno in cui c’era il nuovo stadio, il centro sportivo e il Palermo in Serie A, magari ai primi posti. C’era pure Palermo land, un parco a tema, tutto rosa e nero. Molti l’avevano capito che era solo un’utopia, altri continuavano a sperare.

 

In una nota Baccagliani ha spiegato: «Ho sempre parlato dell’opportunità di acquistare il Palermo come un investimento e come tale deve quadrare anche a livello numerico. Il risultato di questo intenso lavoro è un’offerta che a nostro giudizio poteva soddisfare tutte le parti interessate con le doverose garanzie di pagamento, tenendo chiaramente gli interessi della squadra al primo posto, com’è giusto che sia».

 

«Ad avvalorare questo, la struttura dell’offerta prevede una dilazione dei pagamenti su base comunque garantita – prosegue – con un’ulteriore importante integrazione anch’essa garantita alla promozione in serie A».

 

Ieri il proprietario Maurizio Zamparini aveva parlato di un pagamento in quattro anni. «Pur apprezzando l’apprensione di Zamparini per tutelare e salvaguardare il futuro del Palermo – continua Baccaglini – ritengo che le garanzie circa il piano di investimenti, che chiaramente passa anche per lo sviluppo imprenditoriale di nuove strutture come lo stadio e del centro sportivo, non sia di sua diretta competenza dal momento che non sarà più di sua proprietà». 

 

«La mia squadra e io prendiamo atto del rifiuto della nostra proposta per l’acquisizione del Palermo Calcio – ha detto ancora Zamparini -. In questi mesi, come ho avuto modo di spiegare anche in settimana, ho chiamato a raccolta quelli che reputo tra i migliori professionisti per strutturare un progetto che potesse essere sostenibile e di crescita per il futuro della società». 

 

Zamparini ha voluto rinagraziare la città e il sindaco Orlòando: «Alla città che così calorosamente mi ha accolto – ha detto – rivolgo un sentito grazie con la speranza che un giorno le nostre strade potranno tornare a incrociarsi e che nel frattempo possa trovare la necessaria serenità». 

 

Sul sindaco Orlando invece ha affermato: «Vorrei ringraziarlo pubblicamente per le sue iniziative che dimostrano quanto tiene a Palermo sotto ogni punto di vista. A lui non abbiamo mai negato e anzi abbiamo confermato in modo trasparente le necessarie garanzie di investimento per poter approvare lo stadio e realizzarlo insieme agli altri noti progetti collaterali secondo un cronoprogramma che prevede la costruzione dello stadio entro due anni». 

 

«Non entro nelle polemiche extra Palermo perché inconferenti – ha concluso – Sento sinceramente di avercela messa tutta. In questi mesi non ho risparmiato energie, tempo e risorse economiche per cercare di trovare una strada percorribile che portasse all’edificazione di tutte quelle idee che possono fare del Palermo una grande storia di successo. Questo è anche il rischio imprenditoriale, non sempre il risultato è quello sperato: averci provato pesa meno di un rimpianto». 

 

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