Il Giro d’Italia arriva sull’Etna: la salita del Valentino promette spettacolo

Di Nunzio Currenti / 10 Maggio 2018

RAGALNA – I fuochi d’artificio sono assicurati. “A’ Muntagna” è pronta ad accogliere il popolo del ciclismo e riscrivere la classifica del Giro d’Italia. Da Salto del Cane alla salita del Valentino un anno e un giorno dopo si scala un versante inedito che proietta l’Etna in una dimensione delle salite di prima fascia. Si arriva ai 1736 dell’Osservatorio Astrofisico, 2 km sotto il Rifugio Sapienza, dopo una tappa dura che attraversa 3 province (Caltanissetta, Enna e Catania) e che nel finale regala spettacolo con una salita che ai meno 19 km dopo Ragalna, comincerà a fare la selezione.

Le rampe iniziali taglieranno le gambe. Dopo la fatica di questi primi giorni le pendenze al 15% di alcuni tratti rischiano di far saltare già i primi papabili al successo finale. Ai meno 5,5 il bivio per il bosco della Milia immergerà i candidati alla vittoria finale. La più grossa insidia, forse, è rappresentata dalla carreggiata stretta e da una parte finale che favorirà chi saprà rilanciare in modo deciso l’azione e piazzare l’acuto vittorioso.

Insomma, è la prima chiamata per scalatori e uomini di classifica. Il ritrovo di partenza è fissato a Caltanissetta in Corso Umberto I, nel capoluogo nisseno, da dove la carovana si muoverà verso il chilometro 0 posto in via Xiboli alle 12,55. L’arrivo è previsto fra le 17 e le 17,30 presso l’Osservatorio Astrofisico sull’Etna.

Come le altre due tappe in Sicilia, anche queuesta  presenta un percorso molto mosso dal punto di vista altimetrico e caratterizzato da un interrotto susseguirsi di curve per i primi 120 chilometri di gara. Dopo l’abitato di Paternò inizierà la lunga salita finale – assolutamente inedita per la corsa rosa – che porta all’arrivo. Saranno tre le province toccate dalla tappa: Caltanissetta, Enna e Catania. Due i traguardi volanti: al chilometro 28,7 di Enna e al chilometro 60,2 di Piazza Armerina (Enna). Uno il Gran premio della montagna di giornata: è posto all’arrivo, a quota 1.736 metri (1/a Categoria).

Da Caltanissetta il Giro si sposterà su Pergusa, Enna, Piazza Armerina, Raddusa, Paternò, Belpasso sino a Ragalna, dove scatterà il gran finale. Difficile ipotizzare una fuga da lontano. Qualcuno pagherà la fatica delle tre tappe di Israele e delle prime due in Sicilia, che hanno rispettato le premesse della vigilia. A Caltagirone e a Santa Ninfa non c’è stata tregua al culmine di percorsi insidiosi e il grande caldo. L’Etna rappresenta il momento della verità.

Froome, 19° nella generale a 55’ secondi dalla maglia rosa Dennis, dovrà provare a fare la differenza, a provare la gamba, a lanciare un segnale agli avversari. La caccia alla tripla corona per il campione britannico è l’obiettivo clou: diventare, dopo Nibali, il settimo ciclista della storia a vincere i 3 grandi Giri. Ma Froome dovrà fare i conti con la solidità di Dumoulin, il campione in carica che ha solo un secondo di ritardo dal leader della corsa: proprio l’olandese della Sunweb, già vincitore della crono inaugurale, non agirà in difesa. Pozzovivo è apparso in grande forma, anche ieri tra i primi. Il capitano della Bahrain, settimo a 28 secondi. Bravo a dare nella salita finale di Santa Ninfa lo scossone che ha alzato il ritmo della corsa. “Pozzo” conosce bene la salita perché nell’ultimo mese l’ha studiata due volte: il 10 maggio è cerchiato in rosso. Pinot finora non si è visto, ma è stato regolare. Una salita di questo tipo può svegliare il francese.

Per il popolo dell’Etna, in assenza di Nibali, gran parte del tifo sarà per Fabio Aru, il campione italiano attaccherà di certo, visto che l’anno scorso dovette saltare il Giro. E attenzione al colombiano dell’Astana, Lopez, che vorrà riscattarsi dal drammatico finale di ieri. Oggi si conoscerà il nuovo eroe dell’Etna, che richiamerà storia per molto tempo come Franco Bitossi, che vinse nel 1967, Acacio Da Silva, che a Piano Bottara piazzò la doppietta tappa-maglia, la scalata del “pistolero” Contador, poi squalificato per il caso clenbuterolo (vittoria che fu assegnata a Rujano), e la vittoria di Polanc.
Va in scena la quinta “magia” nello splendido scenario dell’Etna.

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Redazione
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