CATANIA – Il Calcio Catania – come anticipato dal nostro giornale – stra cercando acquirenti. Se c’è qualcuno interessato ad avviare una trattativa seria, se c’è qualcuno che abbia un vero interesse a rilevare il club di via Magenta, se c’è qualcuno che ritiene di avere la consistenza finanziaria per fare una proposta e discutere, può farsi avanti. Lo dice chi in questo momento sta reggendo le sorti della società, dopo le dimissioni del presidente, Nino Pulvirenti, e quelle dell’amministratore delegato, Pablo Cosentino. Parliamo di rappresentanti del gruppo che fa capo a Pulvirenti, che hanno affidato per il momento la gestione transitoria della società a Carmelo Milazzo, nella veste di amministratore unico, e che stanno lavorando con un loro staff legale, uno finanziario e da qualche giorno uno anche tecnico, per assicurare la continuità al Catania ’46. Intanto con l’invio dei documenti per l’iscrizione al campionato di Serie B, procedura che è stata fatta regolarmente entro il 30 giugno.
Adesso il gruppo lavora per arrivare al 14 luglio con tutte le carte in regola anche per quanto riguarda il versamento della fidejussione 800 mila euro e gli altri adempimenti a quel punto non più rinviabili. Come anticipato dal nostro giornale, per quanto riguarda l’aspetto tecnico Pippo Bonanno ha dato la sua disponibilità a collaborare per operare sul mercato, per trattare i giocatori e contattare anche un allenatore, mentre il team manager, Maurizio Patti, sta tenendo i rapporti con i giocatori in organico, aveva già fissato un primo incontro con tutto il gruppo per il 12 luglio ed aveva anche stabilito una prima data per le visite mediche. Considerato che i campionati, però, sia la B che la Lega Pro per intenderci, partiranno in ritardo, è stato deciso ieri di fare slittare convocazione e accertamenti sanitari.
Questo è ciò che la società di Pulvirenti sta facendo in questo momento. L’ex presidente, adesso che i giudici hanno accordato la revoca degli arresti, potrebbe anche dall’esterno fare la sua parte, in questa fase e sino a quando non ci saranno le sentenze, soprattutto quella sportiva. Ma, come detto, il gruppo Pulvirentiora sta pensando anche a vendere. Se c’è quel qualcuno che vuol comprare, può farsi avanti per aprire un tavolo di trattativa per provare a rilevare il Catania.
Ma c’è veramente qualcuno disposto e disponibile? Oggi c’è ancora l’incognita della Serie in cui verrà spedito il Catania, ma anche a voler essere ottimisti e prendere per buona quella che pare essere la migliore delle ipotesi, cioè ripartire dalla Lega Pro, è del tutto evidente che si tratta di un campionato che non porta alcun profitto di suo ad una società. Non ci sono diritti televisivi, anzi non c’è manco chi trasmette le partite se non quelle più importanti e di cartello, i contributi rispetto anche alla Serie B sono irrisori, con la Lega che divide alle 60 squadre appena 60 milioni in tutto, mentre per ogni società, parliamo in media, le spese di gestione non stanno sotto i 4,2.
Insomma si parte da qui, anche se, ovviamente, poi Catania riesce sempre a rappresentare una storia a sé. Allora si tratta di capire, appunto, se c’è qualcuno interessato e che lo sia davvero a prescindere dalla categoria. La soluzione sarebbe e starebbe in un gruppo o in un consorzio di imprenditori che abbia voglia di scommettere sul calcio a Catania. Mettendoci i soldi che servono subito e immaginando anche un progetto a media e lunga scadenza. Un progetto cui potrebbe legarsi anche l’impegno preso dal sindaco, Enzo Bianco, di trovare un percorso di collaborazione per fare in modo che in questo progetto rientri anche l’idea di realizzare un nuovo stadio.
Non è un’operazione semplice, non c’è, francamente, nessuna fila dietro alla porta del Calcio Catania di gente interessata ad acquistare la società. Né, bisogna aggiungere, stiamo attraversando un momento florido per l’economia, al punto che imprese in salute possano pensare di avventurarsi nel terreno sempre imprevedibile e sdrucciolevole del pallone. Basti pensare al fatto che, come abbiamo raccontato ieri, due tra i più importanti imprenditori catanesi che operano nel campo delle costruzioni, delle più moderne tecnologie, in Italia e all’estero, hanno fatto sapere che non sono interessati alla trattativa per rilevare il Catania.
Il sindaco Bianco si è assunto la responsabilità di coordinare una cabina di regia che prenda in esame, eventualmente, candidature per la guida della società, mentre lo stesso sindaco ha anche aggiunto che cercherà tra imprenditori catanesi e non possibili disponibilità a trattare la cessione del Catania. Sino ad oggi, però, a parte qualche boatos, una proposta di azionariato popolare partita anche da Confcommercio, non sembra – come detto – esserci la fila.
E’ chiaro che un nodo centrale potrebbe essere rappresentato dal valore del Centro sportivo di Torre del Grifo che per volontà di Nino Pulvirenti quando fu realizzato fu anche vincolato al destino del club. Ciò perché si voleva fare in modo che quella importante e strategica infrastrutturazione rappresentasse una garanzia per il futuro del Catania. Adesso bisogna provare a dare una doppia lettura di questo passaggio, perché se da un lato Torre del Grifo può rappresentare effettivamente un pesantissimo aggravio per chi volesse acquistare il Catania, è anche vero che, dall’altro lato, è possibile fare un’operazione che finisca con il liberare i potenziali acquirenti dall’obbligo di rilevare con la società anche il Centro. Che, in ogni caso, eccoci alla seconda interpretazione che è positiva, potrebbe essere per un periodo, per esempio, staccato dal destino del Catania calcio, salvo poi, se dovessero esserci le condizioni in futuro, tornare oggetto di una eventuale trattativa. Ma fermiamoci al primo passaggio, quello che, effettivamente, diventa centrale di ogni discorso e potrebbe anche essere il punto di svolta.
La squadra di legali e commercialisti del gruppo Pulvirenti, infatti, sta lavorando sulla possibilità concreta di trovare una formula che sganci la società Calcio Catania dalla proprietà del Centro sportivo. Vincolo che, come detto, fu imposto proprio da Nino Pulvirenti ma che, probabilmente, potrebbe anche essere oggi, anche alla luce di una situazione di oggettiva emergenza, sganciato.