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I 70 giorni del Catania tra attese, sentenze che non arrivano e lavoro sul campo

Di Giovanni Finocchiaro |

CATANIA – Settanta giorni sono passati e non in fretta. Il Catania ha cominciato a lavorare il 12 luglio nel ritiro di Torre del Grifo e non sa ancora quando esordirà in campionato. E in quale campionato, soprattutto. I continui rinvii, dopo un agosto di fermo assoluto, da parte del Palazzo ha generato confusione, ansia, rabbia. E soprattutto ha messo in difficoltà staff tecnico e giocatori. Immaginate una squadra che dopo due mesi e mezzo continua ad allenarsi ma non può studiare l’avversario perchè non sa ancora chi dovrà sfidare. E non sa ancora in quale categoria dovrà confrontarsi.

Se il Catania dovesse rimanere in C, non potrà scendere in campo prima del 30 settembre, giorno dell’esordio sul campo del Rende, se fosse Serie B si dovrà procedere alla compilazione-bis del calendario stagionale. L’ad Pietro Lo Monaco è su tutte le furie: “Sono anche preoccupato – ha detto al nostro giornale – perché la stagione è cominciata per quasi tutti e quando finalmente ci faranno giocare dovremo in ogni caso recuperare partite su partite. Saranno giorni intensi, di fatica, trasferte, allenamenti per studiare una squadra e subito dopo l’altra. E, intanto, le avversarie riposeranno più di noi”.

Il tecnico Andrea Sottil cerca di mantenere la calma: “Dobbiamo lavorare e aspettare, il Catania meriterebbe la Serie B, ma ancora non possiamo prevedere date e avversari. Non è semplice, sul piano tecnico e psicologico, gestire il momento. I giorni passano e siamo sempre in campo per ripassare schemi, affiatarci e recuperare chi è arrivato all’ultimo istante dopo il mercato e dove mettersi al passo con gli altri. Ma non vediamo l’ora di lottare per i tre punti. Meno male che in Coppa siamo stati bravi a vincere sempre, superando tre turni. Adesso non basta più, vogliamo esordire in campionato”.

I tifosi, manco a dirlo, hanno perso la fiducia nelle istituzioni del calcio. Sui social, sulla pagina facebook del nostro sito, nella posta privata del nostro giornale, postano ogni giorno messaggi di sfiducia, speranza, rabbia. E soprattutto chiedono che possa cominciare il campionato. La società ha staccato mille abbonamenti in più rispetto alla scorsa stagione (si viaggia verso le 6.500 tessere) segno che l’amore per la maglia rossazzurra è più forte di tutti i problemi vissuti in un’estate da incubo.

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