Esposto "Fondazione Jdentità" contro l'Inter: i pm di Milano hanno chiesto l'archiviazione: «Accuse infondate»
Nessuno stato di insolvenza e assenza di qualsiasi reato, men che meno l’ipotizzato ostacolo alle attività degli organi di vigilanza. Per questo i pm di Milano Roberta Amadeo e Pasquale Addesso hanno chiesto l'archiviazione dell’indagine, rimasta sempre a carico di ignoti, aperta lo scorso aprile in seguito all’esposto presentato da "Fondazione Jdentità" Bianconerà contro il club nerazzurro. Esposto che adombrava presunte irregolarità per l'iscrizione all’ultimo campionato.
Secondo i pubblici ministeri, in base all’analisi della situazione economico finanziaria della società «si rappresenta che l’Inter continua a svolgere la propria attività secondo il principio della continuità aziendale», in quanto «il management societario non ha ritenuto sinora necessario il ricorso agli strumenti normativi previsti per la crisi di impresa». Inoltre, dagli accertamenti non sono emerse condotte di «ostacolo all’esercizio della attività di vigilanza della Covisoc», ossia la commissione deputata a controllare le società di calcio professionistiche. o di qualsiasi altro organismo.
Pertanto, la Procura non «ravvisa la necessità o utilità di effettuare ulteriori indagini in quanto il quadro probatorio acquisito è univoco nell’assenza» e, dunque, nella «infondatezza» delle accuse, poiché «il fatto non sussiste o non è previsto dalla legge come reato».
A presentare l’esposto era stata «Jdentità Bianconera», associazione nata nell’estate 2023 per «tutelare e difendere l’immagine e l’onorabilità dei tifosi della Juventus» e che aveva depositato un esposto anche alla Covisoc, la Commissione di vigilanza della Figc. Il fascicolo in Procura a Milano era stato aperto a giugno. Nella richiesta di archiviazione dei pm si legge che gli accertamenti effettuati dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf sui bilanci degli ultimi cinque anni «non hanno evidenziato» uno stato di insolvenza «di società del Gruppo Inter». Negli atti viene ricostruito passo passo «l'assetto societario di controllo dell’Inter» e anche il passaggio «della partecipazione di controllo» dalla cinese Suning al fondo statunitense Oaktree.
Nell’ultimo «quinquennio», scrivono i pm nell’atto in cui si riportano anche tabelle con i dati contabili, «la gestione aziendale dell’Inter è stata sempre caratterizzata da uno squilibrio economico, in quanto i costi della produzione sono sempre stati superiori ai rispettivi ricavi». Il club nerazzurro, ad ogni modo, si legge ancora, «continua a svolgere la propria attività secondo il principio della continuità aziendale» e «gode della fiducia massima dei suoi creditori». Non risultano nemmeno «debiti scaduti superiori alla soglia di 30mila euro». E il bond sottoscritto da Oaktree «è stato rifinanziato con scadenza nel 2027». Le perdite degli ultimi anni per un totale di quasi 573 milioni di euro, annotano i pm, «sono state tuttavia "sterilizzate" (rimandandone la copertura) ai sensi delle normative emergenziali». E la Covisoc, che ha analizzato documenti precedenti al cambio di proprietà del club, «ha ritenuto adeguati i parametri per monitorare l’equilibrio finanziario ed economico».