Dramma Messina che precipita in D La Reggina sbanca il S. Filippo
Dramma Messina che precipita in D La Reggina sbanca il S. Filippo
Balistreri segna allo scadere, giallorossi sfortunati
MESSINA. Il dramma si consuma davanti a oltre 6mila tifosi messinesi. Il Messina sprofonda in Serie D, mentre a salvarsi per il rotto della cuffia è la Reggina. Una fine atroce per i sostenitori giallorossi, costretti a vedere i rivali di sempre gioire. Lacrime di rabbia e sconforto al “San Filippo”, triste epilogo di una stagione disgraziata che ora mette sul banco degli imputati il presidente Lo Monaco. Una retrocessione “figlia” di una gestione fatta di tanti errori sia in fase di costruzione che di “ritocchi” a un organico apparso mediocre sin dalla scorsa estate. E a nulla è valso il cambio dell’allenatore, con Di Costanzo che a fine match ha pure pianto. Finisce dunque nel peggiore dei modi il ritorno dei play out. Al Messina bastava vincere con una sola rete di scarto, ma alla fine la Reggina sbanca il “San Filippo” con la rete di Balistreri sui titoli di coda, quando il Messina stava producendo il massimo sforzo per trovare il gol salvezza che nella ripresa avrebbe meritato. Ma così è il calcio. Alla fine festeggia la Reggina. Pronti via e Messina subito pericoloso al 6’ con un tiro a giro di Corona che sorvola la traversa. La replica della Reggina è firmata da Benedetti con un destro velenoso. La Reggina al 22’ sfiora il vantaggio sugli sviluppi di una punzione di Insigne. Il portiere Berardi cincischia nell’uscita e Ungaro incorna a due passi dalla porta, ma la mira è sbagliata. Il Messina si sveglia due minuti dopo con una incursione del peperino Ciciretti che s’infila palla al piede in area, ma il destro secco viene respinto dalla difesa. Il finale di primo tempo è di marca amaranto con due occasioni in area tra i piedi di Viola e Insigne. E’ bravo Pepe, in entrambi i casi, a sbrogliare la matassa. Finisce il primo tempo, gli animi sono accesi, la tensione è alta e nel tunnel che porta agli spogliatoi vola qualche parola grossa. Necessario l’intervento degli stewart per evitare il peggio. La bagarre, tra spintoni e insulti, causa un ritardo di un quarto d’ora nel rientro in campo. E la Reggina si ripresenta senza il suo allenatore in panchina. Tedesco, espulso dall’arbitro e costretto in tribuna accanto al presidente Foti. La ripresa vede subito il Messina in attacco alla disperata ricerca del gol salvezza. Peloritani a testa bassa e fioccano le azioni da gol nell’area Reggina. La prima al 49’ con la parata di Belardi su punizione di Ciciretti, tre minuti dopo con Corona che sul più bello viene stoppato dalla difesa calabrese. Al 55’ la Reggina resta in dieci per l’espulsione (doppio giallo) di Benedetti. Con la superiorità numerica aumenta la pressione del Messina e al 59’ con un salvataggio di Cirillo che rischia l’autogol su cross dalla sinistra. Un minuto dopo arriva l’occasione ghiotta sul destro di Benvenga che solo davanti a Belardi, sugli sviluppi di un corner, spara incredibilmente alto. Ci prova ancora il Messina che non è fortunato in almeno tre occasioni. Prima con Donnarumma, poi con Ciciretti, infine con Orlando che al minuto 79 costringe Belardi a un autentico miracolo. Il Messina, a conti fatti, merirerebbe il gol salvezza, invece a tre minuti dal 90’ becca il gol retrocessione. A segnarlo è Balistreri che di testa insacca alle spalle di Berardi sugli sviluppi di una punzione calciata da Zibert. Cala il gelo al “San Filippo”, esplode la festa dei tifosi reggini. Piovono in campo fumogeni nell’area della Reggina, l’arbitro sospende la partita per alcuni minuti. Poi si riprende, ma non succede più nulla. Il Messina torna mestamente tra i dilettanti ed ora resta solo la speranza di un eventuale ripescaggio, se ci saranno sviluppi dopo lo scandalo del calcio scommesse in Lega Pro.