Catania, si muove la giustizia sportiva
Catania, si muove la giustizia sportiva Marino: «Mi dispiace, ma non giustifico»
Malagò (Coni): «Fare presto, effetti a cascata in tutte le categorie»
ROMA – «Mi sembra che siamo arrivati alla pura follia, nel vero senso della parola. La giustizia sportiva, al di là del lavoro di quella ordinaria, deve fare un percorso urgentissimo, in grado di tirar fuori verità e sentenze in tempi brevi. Ciò per permettere un inizio regolare dei campionati: qui non si decide solo di serie B e Lega Pro ma a cascata di tutte le varie categorie». Sono le parole il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a proposito dell’inchiesta di Catania che ha scosso il mondo del calcio nono etneo, ma nazionale. A propostito di questo, il presidente della Lega di serie B, Andrea Abodi, non ha escluso uno slittamento del campionato di serie B: «C’è questo rischio – ha detto -: servono pulizia e chiarezza». Abodi si è detto dispiaciuto «che si parli solo delle cose negative. Abbiamo 22 società che lavorano costantemente con noi in un clima di armonia, con un impegno costante sull’integrità. Sembra un discorso paradossale in questo momento ma devo valorizzare la stragrande maggioranza che non vende le partite». «Ero convinto, al di là delle anomalie riscontrate in sede di scommesse, che il campionato fosse stato lineare e regolare – ha spiegato Abodi -. L’ho pensato anche sulla base di un dato tecnico. Tutte le undici gare dell’ultima giornata decidevano qualcosa in classifica. Per noi poteva essere un livello di garanzia. Abbiamo svolto tutta una serie di attività quotidiane legate alle 22 società, come portare i calciatori negli ospizi e nelle prigioni per allenare le coscienze», ha aggiunto il presidente della Lega serie B. «Responsabilità oggettiva della Serie B? Non c’è: – ha detto ancora Abodi – il Teramo viene dalla Lega Pro. Il Parma scende dalla Serie A, il Catania arrivava dalla A e ha provato a restare in B con delle maniere estreme. Dispiace per i tifosi etnei, la parte sana della vicenda. Vorrei capire dove sta la nostra responsabilità oggettiva». «Possibile uno slittamento dell’inizio del prossimo campionato? Voglio essere chiaro, bisogna cambiare direzione di marcia. Tendenzialmente non farei i calendari e non inizierei il campionato a situazioni ancora aperte, abbiamo bisogno di pulizia e chiarezza. Proveremo a fare un cronoprogramma a breve. Se c’è da aspettare 15 giorni aspetteremo, perchè vogliamo che la gente si senta tutelata. C’è questo rischio, non ho voglia di far finta che non sia successo niente», ha concluso Abodi.
L’allenatore Marino: «Sono dispiaciuto ma non giustifico»
A un passo dal tornare al Catania, a un passo dalla firma, si è visto scoppiare questo scandalo anche l’allenatore del Vicenza Pasquale Marino: «Sono molto dispiaciuto per quanto è successo a Catania – ha detto -, non giudico e non giustifico nessuno. Ma queste vicende incidono anche sotto il profilo umano. Il calcio ha subito un altro duro colpo, speravo non accadesse». L‘allenatore marsalese, che ha già lavorato con gli etnei, era tra i candidati per la panchina della società siciliana per la prossima stagione.
L’inchiesta: altri due indagati
Sono state intanto notificate altre due informazioni di garanzia nell’ambito dell’operazione “I Treni del Gol”, che vede indagati i vertici del Catania Calcio. Destinatari dei provvedimenti sono adesso i calciatori Andrea Barberis e Marco Moscati. Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori sono finite le partite Varese-Catania, disputata il 2 aprile scorso e terminata con il risultato di 0-3, in cui Barberis – spiegano gli inquirenti – giocava nel Varese con la maglia numero 21, e Catania-Livorno, disputata il 2 maggio e finita 1-1. Moscati in quest’ultimo caso – chiariscono dalla questura di Catania – era presente nel Livorno con la maglia numero 8.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA