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IL PERSONAGGIO

Catania, Kaleb Jimenez e il gol alla “Pitu” Barrientos: «Per diventare come lui ancora devo lavorare tanto»

Al di là della marcatura, l’italo spagnolo si conferma il "faro" dei rossazzurri: «Sono contento del mio percorso qui»

Di Giovanni Finocchiaro |

Andiamoci piano con gli accostamenti. Kaleb Jimenez per ora ha ben poco del Pitu Barrientos anche se sui social alcuni l’hanno già “battezzato” in questo modo. L’italo spagnolo però al di là del magnifico gol segnato a Latina si conferma l’uomo guida del Catania. Quando non s’accende la squadra soffre soprattutto negli ultimi venti metri. Se è in giornata capita di raccontare gare come quella rimessa in piedi in quel di Latina.

Talento puro, Jimenez, classe 2002, che il Catania ha preso dell’Atalanta dopo averlo affrontato da avversario nel corso dei play off della stagione passata. A Kaleb (che a Catania tutti chiamano Kebab) la Serie C sta stretta e anche al Catania. Ma in una stagione nata male e proseguita sull’altalena, adesso gruppo squadra e calciatore singolo hanno la possibilità di arrivare alla fine prendendosi rivincite personali e collettive a tutto spiano. Il calendario sembra favorevole, la rivoluzione in classifica dopo l’eliminazione prossima ventura potrebbe dare ai rossazzurri qualche piccolo vantaggio in più.Ieri, Jimenez ha commentato questa fase che vive da protagonista.

Il gol è da copertina.

«Questa è una giocata personale che provo in settimana, ma devo dire grazie ai compagni che attuano il giro palla con i ritmi giusti».

Intanto due dei quattro gol in Ciociaria sono suoi.

«Mi ritengo soddisfatto per la prima doppietta con la maglia del Catania. Sono felice, ma non sarà un punto d’arrivo».

L’hanno persino paragonata a Barrientos.

«Ho tanto da lavorare per arrivare a meritare a quell’ accostamento. Ho visto alcuni filmati di quando l’argentino indossava la maglia del Catania».

Aveva la 10 proprio come lei.

«Ma lui è un giocatore fantastico, ha fatto non solo la storia del Catania ma anche quella dell’Argentina. Per arrivare al suo livello c’è bisogno di lavorare tanto».

Intanto però quel numero è tutto suo.

«Numero importante. La 10 pesa a Catania l’hanno indossata giocatori importanti. Ma poi entri in campo e la pressione va via. Io penso a giocare e ad essere libero di testa».

Dove vuole arrivare?

«Il mio obiettivo è salire di categoria e conquistare una convocazione in nazionale spagnola. Per ora rimane un sogno incredibile».

Che differenza tra il primo e il secondo tempo disputato a Latina: perchè?

«Abbiamo giocato un secondo tempo magnifico, tra prima e seconda parte abbiamo cambiato il nostro stato mentale. Abbiamo messo in campo una volontà superiore».

Diciamo che dopo che il Catania becca la rete dello svantaggio reagisce.

«Dopo il loro gol effettivamente c’è stato un altro Catania in campo. L’atteggiamento era quello che ci chiedeva il tecnico fornendogli ciò che diventava funzionale».

In un Catania in perenne emergenza lei ha coperto più ruoli: mediano in una formula a due; mezzala; trequartista. Anche attaccante aggiunto.

«Mi inserisco in attacco con enorme motivazione. Posso giocare dappertutto se sto molto bene fisicamente. Sento ogni giorno la fiducia della squadra e del tecnico. Sono contento di questa strada percorsa a Catania e felice per una vittoria di squadra. L’io non conta se non c’è il supporto della squadra».

Perchè questa stagione procede tra alti e bassi? Ci sono stati tanti infortuni, ma anche tante partite alla vostra portata che non avete chiuso.

«Abbiamo fatto fatica in alcune gare, ma siamo ancora vivi, pensiamo a non mollare per preparare le altre da qui alla fine della stagione regolare».

Mancano otto giornate, ma il Catania giocherà sei gare. Dove potrà arrivare questo gruppo?

«Abbiamo vissuto un inizio così così ma adesso possiamo fare meglio. Abbiamo vinto a Latina e ci godiamo il successo. Con la voglia messa dopo il primo tempo possiamo davvero grandi cose».

Cosa le ha riservato per ora il Catania?

«Si tratta di una grande piazza, sto lavorando con un gruppo di giocatori molto forti. Nonostante quel che qualcuno dice in giro siamo uniti. Davvero uniti. Sono contento di essere qui».

Dopo la sua prima doppietta rossazzurra è scattata una dedica personale.

«Penso soprattutto a mia madre (recentemente scomparsa, ndr) e nel giorno della festa della donna questi due gol sono tutti per lei».

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