Catania, i tifosi fremono: c’è da riprendersi la B

Di Giovanni Finocchiaro / 02 Giugno 2018

Il Catania ha una storia. Tormentata quanto volete, ma appassionante. I tifosi sono parte integrante. In una copertina ideale la foto di riferimento è quella di un pubblico che sostiene. La storia attuale dice che il pubblico si sta adoperando per essere allo stadio e dare come sempre l’apporto ai calciatori.

Stasera il secondo match con il Feralpi Salò diventa fondamentale per il passaggio del turno. Fondamentale e non scontato. Gli spareggi hanno ben poco di scontato. La città lo sa, ha recepito e si organizza. I tifosi di sempre, che non hanno viaggiato mercoledì, possono accomodarsi in curva e in tribuna. E porteranno bandiere, indosseranno le maglie che hanno a casa. Originali e taroccate. Ma i colori sono quelli, il senso di appartenenza è genuino.

Nessuna coreografia di un certo effetto. No, perché si è scelto il profilo basso. Nessun effetto speciale, ma sostanza. Puro amore per i colori, basta questo per far capire una volta di più l’esigenza di una vittoria. Nessun calcolo, lo hanno detto anche i tesserati. Vittoria. Per mettere un’impronta sul match, per dare un aiuto che non è ingombrante. Mai lo è stato, neanche quando sono stati esposti striscioni che riempivano settori interi, tanto erano grandi. L’affetto si può trasmettere in molti modi, i tifosi hanno scelto la maniera più semplice, quella del sostegno antico. Come antica è la favola di una città che vive per il pallone.

A Salò l’effetto emigrati è stato felice. Emozionante. La coreografia creata da vari gruppi, tra cui quello di Bolzano di Alex che ha riempito il settore ospiti. C’era anche lo striscione che va tanto di moda su Diletta Leotta. Aspettaci, Diletta, il Catania vuole salire al piano di sopra ed entrare nel novero delle squadre che alla vigilia delle partite presenti, tu catanese cresciuta al terzo piano dello stabile in cui lavoriamo.

I tifosi arrivati a Salò, orgogliosi e commossi, passano il testimone ai concittadini che hanno la fortuna di abitare ancora nei quartieri in cui sono cresciuti. E stasera il Massimino sarà stracolmo. I dati della prevendita sono notevolmente cresciuti nelle ultime ore e si prevede quasi il pienone. In città, ovviamente, si aspettano le 20,30, si aspetta una gioia, la prima, ed eventualmente l’avversario da affrontare tra Reggiana e Siena, altro duello davvero difficile da decifrare.

I rossazzurri sono al lavoro per sistemare lacune, sviluppare nuove idee di gioco che possano essere vantaggiose in questo “secondo tempo” del confronto con i lombardi. Sanno che al Massimino troveranno un sostegno più numeroso di sempre, se possibile. Trapani e Juve Stabia sono state le avversarie che qui, nello stadio del quartiere Cibali, hanno ammirato uno spettacolo di pubblico da Serie A. Tutto risaputo e scritto.

Ci saranno grandi folle, anche stasera. Ma la vigilia è stata vissuta in maniera diversa. Senza turbare la tranquillità di nessuno, senza dire una parola in più (mai detta se non per incoraggiare, ovvio), senza preparazioni particolari. La maturità di chi va a sostegno non è un atto di piaggeria, ma un riconoscimento dovuto a chi soffre, spende, si sacrifica e non vede l’ora di vivere in un altro scenario che non sia una fitusa, fitusissima Serie C. Che da tre anni, ormai, è un esempio di limitata organizzazione e, poi, il livello di certi campi è veramente sconcertante. Abbiamo visto con i nostri occhi le sedie di plastica al posto delle panchine, sapete quelle che si usano in campagna per le serate estive? Ecco. Nessuna puzza sotto il naso, ma Catania meritava il trono. Si è fatta fuori da sola, adesso sta cercando di risalire. Lentamente. Con l’aiuto di tutti.

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Redazione
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