
SERIE C
Catania, febbre play off: contro l’Avellino stadio sold out. E c’è l’effetto Massimino da sfatare
Il match contro la capolista accende i tifosi: per Jimenez e compagni un test decisivo
Per i tifosi, che siano ventimila o la metà, è sempre una finale. Gioca il Catania e tutto si ferma, in città. Poi il match con l’Avellino capolista diventa quell’avvenimento top che durante la stagione è spesso mancato sia per la classifica deficitaria dei rossazzurri, sia per gli infortuni che hanno limitato prestazioni e scelte del tecnico.
Oggi il Catania ha quasi tutti a disposizione e deve provare l’assetto da play off magari mantenendo un quinto posto che dà vantaggi non di poco conto come quello di giocare la prima in casa con due risultati a disposizione. Senza spingerci troppo oltre, alle 19,30 la gara di cartello sarà interessante per più di un motivo: il più importante è capire lo stato di forma di un gruppo che s’è ritrovato e che vuole giocare un brutto tiro ai più bravi del girone per dimostrare che gli otto risultati utili di fila non sono stati frutto del caso o inanellati solo contro formazioni di limitata consistenza tecnica.
C’è anche da sfatare una volta per tutte l’effetto Massimino. Sul campo amico la vittoria manca dal 26 gennaio, giorno del 3-1 al Giugliano.
Il successo di Trapani ha portato i tifosi ad assalire i botteghini. Gli abbonati tra curve e altri settori ci sono sempre stati (anche se contro il Foggia le tribune erano spoglie perchè metà di pubblico è rimasto a casa, molto deluso) ieri la prevendita dei singoli tagliandi è cresciuta fino a 5.276 a fronte di una capienza di 19.600 posti. Praticamente è sold out, con 1500 ragazzini delle scuole calcio affiliate al Catania Fc che prenderanno posto in tribuna B, visto che il settore ospiti rimarrà chiuso.
Toscano in settimana ha provato di tutto e di più. Inglese e Dalmonte sono convocati ma forse il primo metterà piede campo per un periodo di tempo limitato visto che recupera da un infortunio dopo un’assenza protrattasi per sei gare. In attacco, con Montalto in panchina e pronto a subentrare, potrebbero giostrare De Paoli, Lunetta, Jimenez con i primi due a scambiarsi il ruolo di falso 9. Se così fosse in difesa – per limitare Patierno e Caturano – potrebbe toccare a Ierardi, Di Gennaro (rientra dopo la squalifica) e Celli abbassato in retroguardia per dare fisicità ai contrasti. In mezzo dovrebbero agire Raimo, Di Tacchio, De Rose (o Quaini) e Anastasio. Ci sono molte altre soluzioni iniziali o da adottare in corsa perchè Frisenna scalpita, Quaini se no dovesse partire da titolare in mediana potrebbe essere impiegato in più ruoli, Allegretto a sinistra è molto più di una soluzione di ripiego.
In casa Avellino occhi puntati su Patierno e Lescano, dunque, ma anche sul possibile impiego di D’Ausilio in appoggio. Mancherà l’ex di turno Rocca. Ieri il tecnico Biancolino ha parlato più del Catania che della propria squadra: «Toscano mi ha allenato per due stagioni e so bene in che modo prepara le partite. I rossazzurri giocano l’ultima in casa e vorranno chiudere bene in vista degli spareggi». Basta questo per capire come gli irpini, salutati ieri pomeriggio da centinaia di tifosi prima della partenza per la Sicilia, siano intenzionati a lottare per il primo posto senza calcoli assoluti anche se conosceranno in anticipo il risultato di Cavese-Cerignola. Vincere e basta ovunque si trovino: «Giocare di fronte a ventimila tifosi è uno stimolo per tutti quanti, anche per noi» la chiosa di Biancolino.
Biancolino allenato da Toscano, il tecnico del Catania ex di turno in una stagione non certo memorabile e chiusa anzitempo. Il passato non conta, irpini e Catania sono proiettate verso un futuro tutto da decifrare ma che dà spazio a speranze di (forse) inaspettata gloria.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA