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Catania e la carica del Massimino che fa invidia pure alla serie A

Con il Castrovillari quasi 15 mila spettatori e spettacolo sugli spalti. E stavolta sono stati corretti gli errori alla viabilità della partita precedente

Di Giovanni Finocchiaro |

Curve sold out, ed era già noto. Famiglie intere. Piccirriddi. Tanti picciriddi come sperava Ross Pelligra. L'esodo allo stadio comincia alle 13, due ore prima del fischio d'inizio. E il pubblico arriva indossando, comunque, qualcosa di rossazzurro: le maglie storiche, quelle del Catania Ssd fresche di stampa. Porta con sé vessilli e sciarpe anche se a San Giovanni Li Cuti c'è chi si tuffa ancora. E fa bene.

La Nord espone “tra campi polverosi e mille difficoltà portate sempre in alto il nome della nostra città”. Nella Sud il ricordo di “Bomboletta”, scomparso otto anni fa esattamente: “In ogni stadio sempre presente, in ogni azione mai assente”. 

I cori aumentano ogni minuto che passa, quando il Catania va in gol, comincia – come nella gara precedente – il rituale delle dediche ai cugini palermitani. Concorrenza, scaramanzia, un modo per confermare un senso di appartenenza con orgoglio nonostante la squadra giochi in Serie D. Tutto questo è l’involucro con il fiocco di un regalo che il pubblico s’è fatto e ha consegnato ai giocatori, travolti piacevolmente di attenzioni ed entusiasmo.

A proposito di rituali che portano bene, a fine gara arriva anche la foto di Ross Pelligra che esulta dall’Australia complimentandosi con dirigenti e con i ragazzi protagonisti sul campo.

Città intasata pure ieri, ma qualche transenna in via Aporti è stata spostata per facilitare l'afflusso enorme di ieri. Così come la metropolitana era attiva al contrario di quanto avevamo scritto. Un motivo in più per lasciare le auto a casa e sfruttare quest'opportunità. La metro serve e servirà anche per le gare del Catania. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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