Catania «agitato», il tifo organizzato contro Lo Monaco

Di Redazione / 21 Settembre 2019

“Abbiamo atteso la fine dei play off. Abbiamo atteso la campagna acquisti per la nuova stagione e la campagna abbonamenti. Abbiamo osservato come prosegue la brillante gestione dello spogliatoio. Ora basta. Ora parliamo Noi”.

E’ il messaggio durissimo dei tifosi organizzati del Catania. “Siamo rimasti in C – hanno aggiunto – perché nonostante potendo, un dirigente a gennaio ha utilizzato vecchi mezzucci e metodi finendo per non completare l’organico in tempo e come fosse necessario. Come al solito non si è assunto responsabilità alcuna. Come al solito è convinto, lo stesso, di avere creato una rosa adeguata a vincere il campionato. Che in C è l’unico obiettivo per Catania. Abbonamenti con slogan vuoti a cui non crede più nessuno. Binomio inscindibile con chi per levarsi di ogni responsabilità ha accusato di ogni nefandezza la tifoseria della società per cui lavora? Ma andiamo… Lo stesso che a turno dopo i tifosi attacca i giornalisti, il mister malcapitato di turno e poi i giocatori. Perché la colpa è dell’universo mondo ma mai la sua di ciò che accade. Non ci meravigliamo. Chi è limitato sul piano delle relazioni umane non può riconoscere i propri limiti. Avremmo potuto scrivere e parlare durante la campagna abbonamenti. Di una società vissuta come un corpo estraneo dal cuore della città. Non lo abbiamo voluto fare per senso di responsabilità. Abbiamo insieme ad un dirigente cui pare concesso il diritto di vita e di morte sulle vicende dei nostri colori, un direttore sportivo che è un ectoplasma. Lui è sempre contento della squadra. Pure quando le lacune in organico sono evidenti come i buchi nel formaggio svizzero. Questa società ha straparlato di risanamento. A convenienza. A seconda dei momenti ed usando questo argomento delicato come evidente pretesto».

«In C – hanno aggiunto – non avete risanato un cavolo di niente. Rimanere in C ha causato e causa ulteriori danni. Fatela finita con le c****te che offendono la nostra intelligenza. Ora è il momento che la proprietà e chi la rappresenta nel consiglio di amministrazione si confrontino con la città. Anche lei, dott. Franco, che del Catania è presidente ha responsabilità nel venire a chiarire a che punto siamo, come siamo messi, che futuro abbiamo. Chiediamo confronto pubblico con la proprietà alla luce del sole. Non potete né dovete più nascondervi. Scegliete il dove e come. Noi vi indichiamo il quando. Immediatamente. Chiariteci il ruolo di un uomo cui sembra abbiate affidato l’intero destino dei colori per i quali viviamo. Siete sino ad oggi inavvicinabili. Mettete paletti ad ogni dove. Giocatori e mister inavvicinabili. Vi conciate come se fossimo il real ma rappresentate la mediocrità della C, il nulla di sta categoria. Patetici. Pretendiamo risposte e le vogliamo adesso. La squadra va protetta e sostenuta. Sappiamo di essere importanti e non lasceremo senza il cuore, il fiato, l’entusiasmo e la passione i ragazzi che vestono i nostri colori. Siamo da sempre le loro ali. Avremmo potuto lasciarvi soli. Non costringeteci a farlo».

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