Calcio: si allarga l’inchiesta di Catania, coinvolto Lotito

Di Redazione / 28 Giugno 2015

CATANIA – Mentre oggi a Catania si rimette in moto la giustizia ordinaria con i primi interrogatori di garanzia per gli indagati dell’inchiesta “Treni del gol” (previsto un imponente servizio d’ordine al palazzo di giustizia per l’arrivo di Pulvirenti & C.), solo a metà settimana la giustizia sportiva farà il punto della situazione alla luce dell’ultimo scandalo che ha investito il calcio italiano. Il presidente delle Figc Tavecchio e il procuratore Palazzi stanno ancora aspettando di acquisire gli atti da Catania e probabilmente si incontreranno martedì al rientro del presidente della Federcalcio dall’Azerbaijan e faranno un calendario degli eventi per arrivare a decisioni sportive definitive il prima possibile. Cosa che certamente non sarà facile visto che – come detto dal presidente della Lega di Serie B, Andrea Abodi – «i nomi iniziano a essere troppi».
 
Fra questi è uscito anche quello del presidente della Lazio e consigliere federale Claudio Lotito, citato nella parte finale dell’ordinanza firmata dal gip Sebastiano Di Giacomo Barbagallo. Nell’ordinanza il pm Alessandro Sorrentino cita Lotito in riferimento a Catania-Avellino 1-0, che – secondo gli investigatori – sarebbe stata combinata come si evincerebbe dalle intercettazioni. Intercettazioni che però non possono essere usate in sede penale perché registrate nella prima fase dell’inchiesta, quando ancora Pulvirenti era parte lesa per minacce denunciate e non indagato. Ma nell’ordinanza firmata dal Gip qualche particolare c’è. E tra questi si legge che il presidente della Lazio, «influente membro del consiglio federale della Figc», viene interpellato da Pulvirenti (suo amico di vecchia data) in modo che eviti la possibile retrocessione in Lega Pro del Catania. «Pulvirenti e Cosentino – scrive il Gip – in evidenti ambasce per la difficile situazione di classifica della squadra, ebbero a rivolgersi a Claudio Lotito con il quale si registrano numerosi contatti, precedenti e successivi la partita con l’Avellino, e al quale, espressamente, Cosentino riconosceva il merito di averne, in qualche modo, condizionato il risultato, ipotesi questa che la successiva attività investigativa non ha confermato e che tuttavia cozza logicamente con l’eventuale – ma alternativa – consapevolezza dei predetti di aver conseguito l’obiettivo tramite l’attività degli intermediari ai quali in seguito ebbero a rivolgersi sistematicamente».
 
Nelle carte dell’inchiesta è spunta anche il nome di Cristiano Giuntoli, nuovo direttore sportivo del Napoli, la passata stagione ds del Carpi delle meraviglie. Giuntoli è stato tirato in ballo nel filone calcioscommesse relativo al Catania e in particolare da una intercettazione che vede come protagonista l’ex ds etneo Delli Carri, ovvero l’uomo che – secondo le indagini – Pulvirenti inviava come emissario per “comprare” le partite. «Sono tranquillo e sereno, ho sempre lavorato per il bene di questo sport e continuerò a farlo», si è limitato a dire Giuntoli.
 

Il Codacons chiede 2.000 euro per tifosi

Intanto il Codacons ha lanciato il Comitato “Catania Tifosi Traditi” e una azione risarcitoria in favore dei tifosi delle squadre coinvolte nello scandalo e di chi ha scommesso sulle partite incriminate, chiedendo 2mila euro di risarcimento per ogni singolo tifoso. Sul sito dell’associazione tifosi e scommettitori hanno la disponibilità di scaricare gratuitamente il modulo per inserirsi nel procedimento aperto a Catania e chiedere di essere risarciti – in qualità di soggetti offesi – per i danni morali e patrimoniali subiti.
«Oltre alla buona fede tradita, infatti, i tifosi hanno sostenuto spese per seguire la propria squadra del cuore (abbonamenti o biglietti per lo stadio, acquisto partite in pay-tv, trasferte, ecc.) mentre gli scommettitori hanno puntato su partite secondo la Procura decise a tavolino – si legge in una nota del Codacons-. Soldi che ora dovranno essere restituiti dai soggetti responsabili di illeciti. Ricordiamo che nei giorni scorsi il Codacons (unica associazione) ha presentato alla Procura di Catania formale costituzione di parte offesa».

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