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Calcio Catania, Pietro Lo Monaco contro tutti: «Ecco perché mi faccio da parte»
CATANIA – Un lungo elenco fatto di numeri, di cifre, di successi raggiunti e di risanamento. Tutto il lavoro portato a termine da Pietro Lo Monaco ha una grande valenza per il Catania. Lo Monaco ci ha rimesso soldi e salute. Ma oggi ha rassegnato le dimissioni da direttore generale, pur restando in carica come amministratore delegato. Insomma, Lo Monaco si fa un po’ più in là per creare un clima più sereno attorno al Catania, ma per ora resta in società. Le dimissioni da amministratore delegato devono infatti passare dal Consiglio di amministrazione, ma Lo Monaco ha comunque ribadito di voler lasciare tutte le cariceh che ricopre all’interno della società.
A Torre del Grifo tra toni e tuoni, tra accuse anche legittime e insulti fuori luogo, Lo Monaco ha tracciato un bilancio del momento poco felice che vive il Catania. «Sono arrivato qui nel giugno 2016 col Catania in ginocchio. Sono andato in giro per il mondo a fare 120 transazioni e in tre anni con le proprie forze questa società è passata da -15 a -4 milioni di debiti. Sono per lo più debiti dilazionati con l’agenzie delle entrate».
Ancora numeri: «Abbiamo 8 squadre del settore giovanile, e i “giudici” (riferito ad alcuni tifosi, ndr) parlano di fallimento. Abbiamo 400 tesserati nel vivaio, con 40-60 tecnici che lavorano. Abbiamo 30 giocatori in prima squadra più 10 tecnici, 6-7 medici. Quattro ragazzini sono stati ceduti a club di A. Torre del Grifo da da mangiare a 200 persone. Sì, è vero, abbiamo difficoltà, come tante aziende che chiudono. Ma noi siamo in piedi. Abbiamo speso 3,5 milioni per fare squadra. Con gli incassi di oggi non paghiamo neanche l’organizzazione delle partite».
Fallimento? Lo Monaco alza i toni: «Si deve vergognare chi dice questo e chi avalla, questo è sciacallaggio. Io salvo il Catania, anche perché non esiste rilancio senza risanamento». Secondo Lo Monaco, «i mezzi per concludere il campionato senza problemi ci sono, il pieno risanamento è vicino, per cui oggi sarebbe delittuoso fare fallire la società».
In merito all’ultima partita giocata a porte chiuse al Massimino, il direttore poi lancia accuse contro la società che si è disimpegnata dal servizio di sicurezza, contro il sindaco, contro i giornalisti. Contro chiunque. Poi l’annuncio: «Mi dimetto. Appena c’è chi mi rileva, mi farò da parte. Sarò sempre a disposizione. Non me la sento più di andare dietro a quello che sta succedendo anche per problemi di salute».
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