Un’altra giornata cruciale per il Catania Calcio e ci riferiamo ovviamente alle sorti del club il cui futuro resta appeso a un filo. Si resta così aggrappati alla speranza che entro stasera la Sigi versi una somma per raggiungere la cifra necessaria – oltre 500 mila euro – per evitare ulteriori penalizzazioni in classifica dopo quella già preannunciata di due punti.
Se non dovesse essere rispettata la scadenza odierna, si rischierebbe perfino una penalizzazione ancora più pesante che potrebbe essere anche di 4 punti e questo comprometterebbe il cammino della squadra di Francesco Baldini che fra l’altro sta mantenendo da tre giornate un passo spedito in campionato reduce com’è da due vittoria e dal pareggio di ieri in casa della Virtus Francavilla. Proprio ieri Baldini ha giustamente chiesto chiarezza: «Abbiamo bisogno di chiarezza e non di persone che litigano e fanno articoli sui giornali il giorno prima della partita. Persone che neanche conosco e non si sono mai fatte vedere. Prima della partenza l’unica persona venuta a dirci qualcosa è stata Nicolosi, ci ha rassicurato però è ora di salire tutti sulla barca e remare nella stessa direzione. È giunto il momento di mantenere gli impegni, poi possiamo parlare dell’errore di Baldini e di Claiton». Baldini ha spiegato che «questi ragazzi hanno cominciato la preparazione il 18 luglio e non si sono mai fermati. Al 17 ottobre non hanno mai preso uno stipendio e non guadagnano decine di migliaia di euro, sono ragazzi venuti qui semplicemente per mettersi addosso questa maglia giocandosi una possibilità importante e hanno bisogno anche loro di chiarezza. Io sono il responsabile e per la prima volta da quando sono qui devo dire queste cose. Ho firmato prima che il Catania s’iscrivesse al campionato, cosciente delle difficoltà ma pensavo che si remasse tutti dalla stessa parte, così al momento non è. Questi ragazzi sono l’orgoglio mio e dell’area sportiva, a prescindere da chi faccia errori».
Difficile prevedere cosa accadrà oggi proprio mentre il presidente della Sigi, avv. Giovanni Ferraù, si è affrettato a tornare ieri sera da Parigi dove si trovava per motivi personali.
Ci sono i fiduciosi ma anche i pessimisti in casa Sigi con i tifosi che dopo tante delusioni, restano in attesa di conoscere il destino di un club che ormai da anni fa purtroppo parlare di se più per le vicissitudini societaria che per il rendimento della squadra in campo. Adesso si è a un bivio.
Ieri abbiamo di nuovo interpellato l’imprenditore Gaetano Nicolosi maggiore azionista della Sigi che ha ribadito quanto detto la scorsa settimana: «Ricapitalizziamo tutti e guardiamo avanti, non ha senso continuare così».
Uno spiraglio di speranza viene dalle parole da Giovanni Palma consigliere del Cda della Sigi: «Voglio restare ottimista e mi auguro che quei soci della Sigi che sono in condizione di salvare il Catania, domani mattina (oggi per chi legge ndr) contribuiscano per mettere assieme la somma necessaria per il pagamento degli stipendi e rispettare le altre scadenze federali. Ormai siamo giunti al momento del dentro o fuori, ma sarebbe davvero un peccato non far fronte agli impegni presi soprattutto in questo momento che la squadra sta ottenendo risultati importanti in chiave futura. Io farò come sempre la mia parte essendo un tifoso rossazzurro da sempre. Sono nato nel quartiere di Cibali e fin da piccolo andavo ogni domenica allo stadio con mio padre. Credo che basti a comprendere il mio stato d’animo».
Toccanti le parole di Giovanni Palma che arrivano al cuore di tutti i tifosi rossazzurri, a cominciare di quei sessanta sostenitori che ieri hanno rinunziato a due notti di sonno per seguire la squadra fino a Francavilla Fontana. Sono questi i veri gesti d’amore nei confronti di una squadra che dopo 75 anni di vita si ritrova in coma.
In una Catania dove chi può resta a guardare e per giunta critica pure quei pochi che cercano di salvare il salvabile, ci auguriamo che almeno i soci della Sigi non facciano cadere nell’oblio un’altra realtà cittadina. Il Catania Calcio appunto.