ROMA, 11 NOV – “Sinner non giocava da qualche settimana e le ultime partite non erano state giocate nelle stesse condizioni. Aveva bisogno di cominciare bene, in casa e con le aspettative che tutti abbiamo. Nel primo quarto d’ora De Minaur lo ha messo un po’ in difficoltà, spezzando il ritmo e usando qualche back in più. Ma non appena Jannik è entrato in condizione, poi non c’è stato più match. Ha giocato contro il numero 7 del mondo come De Minaur, un tennista di altissimo livello, eppure ci sono delle differenze abissali tra i due. È stato veramente un ottimo inizio per Jannik ieri sera”. Così Diego Nargiso, ex numero 1 del tennis italiano, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, sull’esordio vincente di Sinner alle Atp Finals di Torino. Domani la sfida contro Fritz?: “È un giocatore che, quando in giornata, può mettere in difficoltà chiunque: ha colpi di inizio gioco importanti, servizio e dritto sono colpi molto potenti. precisi. È anche migliorato negli spostamenti laterali e nella pazienza nel cercare di costruirsi la giocata. Il rovescio è diventato molto più solido, si è visto ieri contro Medvedev, non faceva fatica a tenere la diagonale sinistra del russo. Ma Sinner ha dimostrato di saper fare sempre la differenza nei momenti cruciali della partita. Jannik si deve abituare a questa grande responsabilità, quando sei il numero uno del mondo non solo tutti ti vogliono battere, ma tutti si aspettano la migliore performance possibile. Lui però ci ha insegnato in questi anni come riesca ad essere equilibrato, è il termine che lo descrive al meglio”. Finals senza rovescio a una mano, ulteriore segno di cambiamento del tennis moderno? “Gli unici rimasti sono Dimitrov e Tsitsipas – aggiunge Nargiso – La palla va sempre più veloce, i ragazzi hanno preparazioni atletiche impressionanti, a livello di mobilità riescono ad avere angoli di estensione con anche, caviglie e ginocchia che noi non ce li sognavamo neanche. Un tempo sul cemento non si poteva scivolare, adesso le superfici lo permettono, sono diventate più lisce e meno abrasive. Hanno sollecitazioni a livello fisico impressionanti per arrivare su palle su cui prima era impossibile arrivare. Sarà un tennis sempre più veloce, andremo incontro a infortuni, però è un tennis che deve fare i conti con questa evoluzione. I giocatori dicono di giocare troppo, il fisico avrebbe bisogno di riposare un po’ di più. Capisco che allo spettatore ogni tanto piacerebbe vedere qualche ricamo e gesto bianco in più. Ma la palla corta sta tornando, come il back. Speriamo anche il serve and volley, che potrebbe regalare match più avvincenti”.