Atletica: apprensione per Totò Antibo, ricoverato a Palermo per embolia polmonare

Di Redazione / 11 Marzo 2021

PALERMO – Totò Antibo, ex primatista italiano dei 5 e dei 10 mila metri di atletica leggera, è ricoverato presso la terapia intensiva all’ospedale civico di Palermo a causa di un’embolia polmonare. A dare la notizia è stato il sito monrealenews.it, e poi è stata rilanciata su facebook anche dal sindaco di Altofonte Angela De Luca.

«Ho appreso la notizia che il nostro campione Salvatore Antibo si trova ricoverato in terapia intensiva a causa di un’embolia polmonare. La situazione è molto critica. Siamo tutti vicini alla famiglia in quest’altra prova. Forza Totó!».

La famiglia del campione siciliano è intervenuta con le parole del nipote Andrea, che, sempre su facebook, ha confermato la diagnosi dando qualche informazione maggiore. «Adesso sta meglio ma la situazione non è delle migliori. Risponde bene alle cure e mi ha detto di informarvi e di pregare per lui. Questa volta la gara è più difficile delle altre ma come sempre saprà rialzarsi e vincere».

All’inizio dello scorso mese di febbraio, l’ex campione era stato sottoposto ad un intervento neurologico al Policlinico “Mater Domini” di Catanzaro, finalizzato a ridurre l’elevato numero di attacchi epilettici che da circa trent’anni ne hanno compromesso fortemente le condizioni di salute. 

Antibo ha partecipato a tre Olimpiadi, a cominciare dall’incredibile edizione di Los Angeles nel 1984, dove si classificò quarto nella finale dei 10 mila metri, vinti da Alberto Cova. In quell’occasione pagò un clamoroso errore: quello cioè di calzare delle scarpe nuove, che lo fecero soffrire durante la gara, privandolo probabilmente di una medaglia. Agli Europei di Spalato nel 1990 la consacrazione con un clamoroso doppio oro nei 5 e 10 mila. Oltre al bis di Spalato di lui va ricordata la medaglia d’argento a Seul 1988.

Nel 1991 però l’inizio del dramma. La sua splendida carriera conobbe un brusco stop ai Mondiali di Tokyo. Era il grande favorito, poi arrivò la crisi epilettica. Poi il ritiro, la convivenza con la malattia. Fino a oggi, con il ricovero in terapia intensiva.

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