Prosegue anche stamane la riunione societaria per decidere il futuro dell’Akragas. Detto che l’azionista di maggioranza, Marcello Giavarini, ha assicurato il suo sostegno economico per il 54 per cento delle azioni possedute, adesso, la palla passa agli altri soci che dovranno garantiere quel flusso di denaro che consenta di concludere la stagione attuale e, programmare quella futura.
Nel mezzo, però, c’è sempre il problema riguardante l’impianto di illuminazione da realizzare allo stadio Esseneto. Nel corso della riunione di ieri sera si è parlato di questo. Scartata l’ipotesi che una Compagnia assicurativa possa intervenire a sostegno del club per coprire la fidejussione sulla fidejussione votata dal Consiglio comunale, «non esiste proprio il prodotto», ha riferito l’amministratore delegato Peppino Tirri, si sta studiando un’alternativa.
«Su questo tasto, comunque – continua Tirri – sono ottimista. C’è la volontà di tutti i soci di costruire l’impianto e andare avanti». Nelle oltre cinque ore di riunione, gli animi sono stati abbastanza calmi. «Credo e spero – continua Tirri – che la vicenda possa concludersi positivamente. Tutti i soci presenti si sono mostrati possibilisti circa il superamento di tutti gli ostacoli».
Nel frattempo, proseguono i colloqui con il Comune di Agrigento per trovare una soluzione in modo da soddisfare entrambe le parti, club ed ente. Le due parti dovrebbero rivedersi, al massimo dopodomani, prima la ricapitalizzazione, poi si getteranno le basi per intervenire allo stadio Esseneto. Il tempo stringe, ma c’è massima fiducia anche in questo. D’altronde, in società pensano che bastano e avanzano due mesi per la realizzazione dell’impianto che, ricordiamo, come ha tenuto a dire il presidente della Lega Pro Gravina, entro il 15 luglio deve essere perfettamente funzionante.
Per quella data arriveranno in città i componenti della Commissione che ha autorità a rilasciare il nulla osta sugli stadi della terza serie. Per i tifosi dell’Akragas, quindi, altre 24 ore di passione. Non è confermata la notizia di un accordo di sponsorizzazione con una società del nord Italia.
«Se ne è parlato – ha concluso Tirri – ma il futuro non passa per questo sponsor che assicurerebbe circa centomila euro». Insomma, oggi o si fa l’Akragas o si muore. Non c’è una terza opzione.