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Aic: “La piaga del razzismo deve essere estirpata”

Dura nota del sindacato calciatori dopo i cori di Cagliari

Di Redazione |

ROMA, 21 MAR – L’Associazione Italiana Calciatori condanna i “gravi episodi d’intolleranza e razzismo” dell’altro ieri al termine di Cagliari-Milan. In quell’occasione Maignan e Tomori sarebbero stati oggetto di insulti razzisti. “Per quanto avvenuto in questa incresciosa circostanza, a Mike e Fikayo l’Aic esprime la più incondizionata solidarietà a nome di tutti i loro colleghi iscritti, unitamente all’augurio che l’inchiesta aperta su questi fatti dalla Procura federale accerti responsabilità e applichi eventuali sanzioni”. “Questi comportamenti sono gravi e inaccettabili, resi se possibile ancora più riprovevoli dall’attuale contesto storico, dominato nell’est europeo da una guerra di invasione dalle tragiche conseguenze generate da odio e intolleranza – si legge, in una. nota -. Mentre muoiono migliaia di innocenti e milioni di profughi sono costretti ad abbandonare la propria terra, gli stadi devono essere tutelati come luoghi di pace e di dialogo, necessari alla tenuta sociale e culturale della comunità civile. Ecco perché coloro che si appropriano indebitamente di una grande passione popolare come il calcio, vanno individuati ed espulsi per sempre dai nostri stadi a coronamento di indagini giudiziarie, cui l’Aic esprime il più convinto e partecipe sostegno. A qualsiasi livello venga giocato, il calcio si attiene ai più rigorosi valori di uguaglianza e rispetto reciproco, con conseguente condanna di ogni forma di discriminazione razziale espressa da sedicenti ‘tifosi’ che nulla devono avere a che spartire con milioni di appassionati di ogni età”. “Purtroppo, quanto accaduto a Cagliari, non è il primo caso di razzismo, ma si può stare certi che l’Aic si adopererà affinché non abbia seguiti – conclude la nota -. Questo episodio spinge piuttosto l’Aic a rimarcare la necessità di un comune impegno espresso dalle istituzioni politiche e sportive del Paese affinché il razzismo venga estirpata definitivamente dai nostri stadi. Siamo convinti si debba farlo promuovendo specifici progetti educativi diffusi in scuole e società sportive di ogni livello”.

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